Il direttore artistico del festival Pagnotta (foto F.Troccoli)

di Maurizio Troccoli

È un invito alla ragionevolezza, quello del patron di Umbria Jazz, rispetto al piano sicurezza.

L’Umbria ha pagato «Certo – dice a Umbria24 – non vorrei trovarmi nei panni di prefetto e questore e capisco benissimo cosa significhi ricevere direttive a cui attenersi, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza della gente, tuttavia bisogna tenere conto del contesto». E il contesto, appunto, parla di una regione già colpita duramente da terremoto, non soltanto per i danni strutturali ma anche in termini di turismo e di pubblico in generale. Come parla di un territorio caratterizzato e riconosciuto per una inequivocabile vocazione agli eventi culturali e musicali.

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Transenne e sicurezza «C’è una formula già collaudata – dice Pagnotta – noi nonostante i grandi numeri, non abbiamo mai avuto problemi. Ora, per gli episodi di Torino, dove prefettura e sindaco non mi pare abbiano compiuto un capolavoro, le conseguenze non le si possono far ricadere su tutta l’Italia». Quanto ai concerti di Perugia, alle restrizioni, all’ipotesi di un pubblico dimezzato agli spettacoli gratuiti «le transenne, a mio avviso, non sono deterrente», sintetizza Pagnotta. «Anzi possono essere pericolose. Se c’è un botto, se qualcuno per scherzo o per altre ragioni fa esplodere un petardo, le transenne peggiorano le cose. Vogliamo considerare il ‘budello’ di via dei Priori? Se giorni fa fosse successo qualcosa lì? Certo dal punto di vista della prefettura non è semplice fare una valutazione complessiva, ma bisogna usare ragionevolezza ed elasticità».

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Il caso Norcia e i conti Che tradotto significa valutare caso per caso «ad esempio a Norcia – ancora Pagnotta – ci avevano detto che raggiunte mille persone, bisognava chiudere gli accessi. In mezz’ora abbiamo raggiunto i mille. Ma la piazza era mezza vuota. Allora, come la mettiamo?». Quindi si passa ai conti: «Certo alla fine tireremo i bilanci. Ora non è che si creda che con questo milione del Ministero abbiamo risolto tutti i problemi? Ci devono far fare il festival, che ha i suoi costi. L’Umbria ha già pagato con il terremoto, Pasqua è stata l’altro ieri, non è che ora dopo qualche mese pensiamo di avere risolto tutto. Il pubblico deve ritornare al festival e noi già abbiamo registrato un calo di iscritti alle Clinics, se aggiungiamo altro che condiziona negativamente non si mette bene. Noi abbiamo fatto tutto il possibile per limitare i costi anche dell’offerta artistica e abbiamo compiuto tutto quanto ci competeva. Ma qui ci sono gli sponsor che finanziano, e con il discorso delle limitazioni… facciamo attenzione, non si scherza».

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