Colaci in azione contro il Sada Cruzeiro. Foto VolleyballWorld

di Carlo Forciniti

Ne ha viste tanti. Anzi, le ha viste tutte. Non solo per una questione di carta d’identità. Massimo Colaci, quarant’anni e non sentirli, vive l’ennesima vigilia di una partita dal grande impatto emotivo. Come tale è una semifinale di un Mondiale per club. L’ultima – in ordine meramente cronologico – gara speciale all’interno di una carriera che lo ha visto vincere praticamente tutto. In maglia Sir Sicoma Monini Perugia punta a salire sul tetto del mondo per la terza volta. L’ambizione e la fame del giocatore pugliese sono sempre le stesse. Affare tutt’altro che secondario per un libero che di Mondiali ne ha vinti 5. 

Massima attenzione Alla vigilia della sfida con il Volei Renata, Colaci non si nasconde e presenta così la gara contro la formazione guidata da Dileo. «E’ un avversario di qualità. Ci sono tanti giocatori che hanno giocato nella nazionale brasiliana, qualcuno è ancora adesso nel giro. Affrontare una squadra brasiliana in Brasile è sempre complicato, perché mette grande agonismo e punterà molto sul servizio. Inoltre, non molla mai. Dovremo essere bravi a rimanere attaccati alla partita, accettare il punto a punto ed essere presenti come lo siamo stati fino adesso».

Obiettivo finale Dopo tre partite in tre giorni, Perugia si presenterà alla semifinale di sabato sera (ore 22.30) forte di una giornata in cui ha potuto lavorare dal punto di vista fisico e tecnico-tattico. «In questo momento è molto importante anche lavorare dal punto di vista fisico dopo aver giocato tre partite in tre giorni – racconta il libero -. Puntiamo alla finale, ma nel percorso ci sono degli step. Il primo era cercare di superare il girone, arrivare in semifinale e siamo riusciti a farlo da primi, quindi ancora meglio. Sono abbastanza contento di queste tre gare, chiaramente ci sono stati degli alti e dei bassi, come è normale che sia in una competizione del genere. Spesso hai dei bassi anche per meriti degli avversari, come è capitato nella gara contro Osaka. Però siamo sempre rimasti lì, siamo sempre stati presenti in campo con il giusto atteggiamento e questo secondo me ha fatto la differenza».

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