di M. To.
In attesa dei partiti tradizionali, al cui interno – sopratutto in Forza Italia – il dibattito è in pieno svolgimento, quelli che sono i – certi e possibili – competitors del centro-sinistra alle elezioni amministrative si danno da fare. Con iniziative diverse.
Il Cammello Il tema del dibattito è intrigante: ‘Dalla visione Olivettiana di comunità all’economia sociale di mercato’ e si svolgerà lunedì alle 15,30 a palazzo Gazzoli. Franco Todini, candidato sindaco con la lista ‘Il Cammello’, ha fatto le cose in grande stile: ci saranno il direttore del Censis, Giuseppe Roma; il presidente del forum Pa, Carlo Mochi Sismondi; il segretario generale di Make a change, Andrea Rapaccini e il presidente di Welfare Italia, Johnny Dotti.
Il territorio «La vicenda di Adriano Olivetti – dice Franco Todini – è stata una delle tante occasioni perdute per posizionare il nostro paese ai vertici europei e mondiali dell’innovazione e della società della conoscenza. I principi dell’economia sociale di mercato possono rappresentare una nuova opportunità, attraverso interventi sul territorio che creino nuovi e solidi posti di lavoro. Dobbiamo però prepararci al proficuo utilizzo dei fondi europei dell’Agenda Europa 2020 e ad un approccio culturale diverso, che abbia una visione capace di includere interventi sinergici tra pubblico, privato e anche no profit».
TernIdeale Non sono piaciute, a TernIdeale, alcune ricostruzioni fatte dei media a proposito del sopralluogo al teatro Verdi e alle questioni collegate al restauro: «Non si faccia confusione e si sfruttino questi giorni per una seria e approfondita riflessione – afferma l’associazione che si propone sempre più come soggetto politico – perché in occasione della conferenza stampa di fine anno della fondazione Carit, il presidente della stessa ha espresso attenzione e interesse nei confronti dell’idea progettuale presentata da TernIdeale». Nel caso «emergessero nuove soluzioni progettuali per il restauro del Teatro Verdi – chiarisce l’associazione – si possono trovare quei contributi economici esterni in grado di arrivare a conclusione dei lavori con maggior certezza».
Fermare tutto? «La politica decida se dare il via libera a un progetto del quale non si conoscono costi, non si conoscono finalità, non si conoscono i modelli di gestione e di sostenibilità economica successivi all’ultimazione lavori, non sono disponibili nemmeno tutte le risorse per il primo stralcio strutturale; o se, piuttosto, non convenga, resettare tutto, mettersi seduti al tavolo della collaborazione con tutta la città: ordini professionali, associazioni, fondazioni, enti di categoria».
Terni Città Futura Sabato prossimo – con un’iniziativa che si svolgerà al centro sociale di via Aminale – l’associazione che si sta strutturando come lista civica darà vita ad un’iniziativa sulle «politiche culturali che non sono ancora volano per lo sviluppo della città, la mancata tutela della memoria storica e il rispetto della città, la necessità di un condiviso manifesto culturale, la qualità e l’uso degli spazi per la cultura, la scelta politica dell’esternalizzazione della gestione dei nostri musei, l’assenza del ruolo pubblico di programmazione» e le tante polemiche che, sull’argomento, animano il dibattito cittadino.
Il Caos Si tratta, chiede polemicamente l’associazione «dell’unico prodotto culturale da offrire alla città?». Ci vogliamo interrogare seriamente, spiega Terni Città Futura, «se si possa fare di più e soprattutto se lo si possa fare meglio. Su questi argomenti e più in generale sulla necessità di investire in cultura, perché significa investire su noi stessi, e sull’importanza della cultura come occasione per creare identità, opportunità di lavoro e ricchezza».