Lo striscione esposto a Terni

di Francesca Torricelli

Vogliono il partito. La crisi che stanno attraversando i Democratici, scatena le reazioni dei più attivi tra i giovani militanti. Primo su tutti, il gesto simbolico dell’occupazione, domenica pomeriggio, della sede della federazione di via Mazzini.

Il presidente È stato «a nostro avviso – spiega Andrea Zingarelli, segretario della sezione territoriale A. Gramsci dei giovani democratici di Terni – importante attendere che terminasse l’elezione del presidente della repubblica, per non accentuare la ‘questione Stefano Rodotà’. A livello umano, apprezziamo il senso istituzionale e di responsabilità di Giorgio Napolitano, anche se il rovescio della medaglia è la nostra resa politica. Non siamo stati in grado di portare avanti il nome di un presidente. Dobbiamo riflettere sul fatto che il nostro non è un partito compatto».

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Il partito Oggi c’è «bisogno del Pd – continua Zingarelli – ma sicuramente non così. Noi vogliamo un partito forte, orgoglioso di scendere in piazza. Un partito di centro-sinistra coerente e ben saldo, che abbia ben chiaro il fatto che la sua posizione è quella di stare dalla parte dei più deboli». E incalza: «Bisogna essere in grado di esprimere una linea e portarla avanti, questo non significa uccidere la voce interna, ma ricordarsi che siamo un partito, dentro al quale ci sono anche posizioni diverse, ma che poi è unito nell’azione. Per avere credibilità bisogna essere compatti, altrimenti non meriti la fiducia. E si è visto. Serve un partito in grado di inglobare, ma anche capace di espellere».

Il futuro Da una grande crisi «si aprono grandi opportunità – interviene Mattia Nannurelli, segretario del circolo di Marmore – e ora il Pd ha un’opportunità enorme. Non vogliamo fare battaglia anagrafica, ma per noi, che siamo la parte giovane, si apre una strada e dobbiamo essere in grado di percorrerla al meglio». Al partito «chiediamo ascolto – continua Nannurelli – ma tra di noi dobbiamo trovare l’unità e il coraggio, che spesso è mancato. Sarà difficile per noi, ma questo è il nostro momento».

La ricetta La chiave per uscire da questa crisi «è il punto forte della ‘giovanile’ – siega Mattia Contessa, segretario del circolo di quartiere Italia – cioè la partecipazione attiva delle persone. Che, responsabilizzate, agiranno in maniera differente e con una maggiore consapevolezza politica, per il bene comune. La ricetta parte dal quartiere, dalle persone e dal territorio». Ai circoli e alle riunioni, la «cosa fondamentale è: porte aperte, non dobbiamo restare chiusi nelle nostre sezioni, le persone vogliono essere importanti». C’è estremo bisogno di «ricostruire il partito, altrimenti è alle porte il rischio del crollo. Dobbiamo creare iniziative serie e in questo la giovanile del Pd, dal giorno successivo alle elezioni politiche, non ha mai avuto soste. Si deve andare avanti, noi ci siamo, eccoci».

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