Una bomba pronta alla deflagrazione. È un po’ questa la situazione che si è venuta a creare sul restauro del teatro Verdi di Terni. Il nuovo sindaco Stefano Bandecchi ha costruito parte della sua campagna elettorale sulla promessa di una soluzione Poletti, quindi di un restyling secondo il progetto originario dell’architetto modenese che lo ideò due secoli fa. E ora non vuole deludere i ternani che gli hanno dato fiducia. Tuttavia, il primo cittadino ha ereditato un iter lavori che, dopo 13 anni di chiusura del bene e una gara di progettazione espletata, stava per entrare nel vivo. L’unica risposta al momento possibile da parte sua era lo stop al cantiere; e così ha deciso.

Teatro Verdi di Terni Mercoledì in un video Instagram, Bandecchi ha però anche minacciato velatamente il dirigente del comune responsabile del procedimento che a detta sua avrebbe firmato il contratto con la ditta esecutrice nei giorni di passaggio tra l’era Latini e quella del nuovo sindaco. Secondo quanto riferito dal numero uno di Palazzo Spada, il 15 giugno prossimo si occuperà direttamente del caso anche il prof Sgarbi coinvolto dalla prima ora. Crescono però in città i timori di una perdita dei finanziamenti, nonché di sanzioni alle quali il Comune andrebbe incontro non rispettando patti già siglati, vanificando peraltro il percorso di gara progettuale; in sostanza pane per i denti della Corte dei Conti. La vicenda, che rischia di lasciare Terni orfana di un teatro ancora per lunghissimo tempo sta già rosicchiando i rapporti interni ad Alternativa popolare. Bandecchi ha dato la sua parola agli elettori e non intende desistere, ma la resistenza di chi, a fronte di studi d’archivio sul Poletti è portato a dire che non esistono i disegni originari, non può non essere presa in considerazione. L’architetto ternano Danilo Pirro ad esempio sollevò la questione già quattro anni fa. L’assessore Regionale Enrico Melasecche si è già espresso sul fatto che non sia il caso stoppare l’intervento. Tra gli intellettuali coinvolti, che si interfacciano, oltre che con Bandecchi, con l’assessore alla Cultura, il vicesindaco Riccardo Corridore, ci sarebbe anche Pierluigi Cervellati, architetto che ha coordinato la ricostruzione del teatro Rimini. Sul bene di Corso Vecchio insomma, sembra essere tornati indietro di dieci anni, quando il dibattito sulla ricostruzione era appena cominciato.

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