La presidente Marini e l'assessore alla Sanità Tomassoni (foto F.Troccoli)

di Daniele Bovi

Si chiude più celermente del previsto la fondamentale partita sul riparto del Fondo nazionale della sanità. Dopo la breve trattativa di mercoledì a Roma infatti la Regione torna a casa con un incremento dell’1,76%, mentre l’aumento medio è dell’1,62%. In soldoni la sanità umbra ottiene circa 27 milioni in più rispetto allo scorso anno su una quota complessiva di circa 1,6 miliardi. Se l’accordo in se viene definito «positivo» dalla presidente Catiuscia Marini e dall’assessore alla Sanità Franco Tomassoni, «resta comunque la sottostima – dicono – della dotazione complessiva del Fondo che non coprirà nemmeno il maggior costo determinato dall’indice dell’inflazione generale». Un tasso di inflazione che sale più di quello per così dire «classico» dato l’invecchiamento della popolazione e l’introduzione di sempre nuove tecnologie.

Tomassoni: fatto storico Secondo l’assessore Tomassoni quello di mercoledì è un «fatto storico» proprio per la celerità con la quale si è raggiunto l’accordo: «E’ una prova di responsabilità – dice – da parte di tutti». La quota complessiva nazionale ammonta a 108,8 miliardi di euro e con la trattativa viene confermato l’impianto raggiunto nel 2011 che riconosce delle quote aggiuntive alle regioni che hanno registrato aumenti di popolazione. «Le regioni – ha commentato il presidente della Conferenza Vasco Errani – hanno dimostrato, ancora una volta, una grande coesione e un forte senso di responsabilità». Giovedì i presidenti delle incontreranno alle 13 il ministro della Salute, Renato Balduzzi, con il quale discuteranno anche dell’utilizzo di una parte delle risorse del fondo e per l’ok definitivo sulla stesura del riparto.

Cgil: riaprire il dialogo Sul fronte della riforma complessiva della sanità umbra che la giunta si è impegnata a presentare entro marzo, la Cgil dopo la dura presa di posizione dei giorni scorsi e la polemica sull’aumento del ticket per le visite in intramoenia, torna all’attacco chiedendo di «riaprire un confronto complessivo (oltre la fase delle conferenze stampa) sulle questioni della sanità, ricordando – scrivono il segretario Mario Bravi, Vanda Scarpelli e Nicola Preiti – che l’ultimo incontro politico data al cinque gennaio scorso». Al sindacato poi non sono piaciute le dichiarazioni di Tomassoni: «E’ veramente al di fuori di ogni contesto sostenere – dicono – che la concertazione si fa solo se c’è tempo. Ora è il tempo di riaprire la contrattazione».

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