Brunello Cucinelli (foto F.Troccoli)

Quel piccolo spiraglio che alcuni, ancora lunedì, vedevano aperto, non c’è più. Brunello Cucinelli ha ribadito che non sarà lui il candidato presidente della Regione della nuova ‘cosa’ che si sta costruendo in queste ore: «Non c’è davvero alcuna possibilità – dice ad Ansa.it – che io sia candidato. Io faccio unicamente il mio mestiere di imprenditore. Sono sempre più onorato che qualcuno possa avere pensato a me. Però non c’è alcuna possibilità». L’imprenditore ha poi confermato che negli scorsi giorni c’è stato un incontro con Luigi Di Maio, che ha messo sul tavolo di Cucinelli l’ipotesi di una candidatura: «È stato molto carino – ha detto – e ha chiesto di potermi incontrare. Mi sono sentito onorato di accogliere un giovane capo politico. L’unica cosa che mi sono sentito di consigliargli, avendo l’età delle mie figlie, è di credere nella bella politica come uno dei grandi ideali dell’essere umano».

DI MAIO APRE A UN’ALLEANZA CIVICA

Fora In mattinata, ospite di Rai3, il commissario del Pd umbro Walter Verini aveva spiegato che «se una personalità» come Brunello Cucinelli avesse deciso «di dare una mano» Fora avrebbe sicuramente accettato «di dargli una mano». Sgombrata però dal campo l’ipotesi dell’imprenditore – che comunque ‘benedice’ l’ipotesi di un rinnovamento profondo e l’idea di un accordo largo – in campo rimane quella dell’ex presidente di Confcooperative, che però non convince tutti nel M5s. Il deputato perugino Filippo Gallinella ha ribadito il suo no, mentre pezzi importanti del Movimento come il sindaco di Roma Virginia Raggi e Roberta Lombardi apprezzano la figura di Fora, che nella capitale ha ‘bonificato’ alcune coop dopo i ben noti scandali. Insomma, al momento è stallo anche se i pontieri sono al lavoro.

Un caso nazionale Quel che è certo è che al di là delle prese di posizione personali, la partita del candidato si giocherà su un tavolo romano con i vertici di Pd e M5s, dove l’Umbria ormai è diventata un caso nazionale: le regionali del 27 ottobre infatti saranno il primo test per la nuova maggioranza giallorossa e la sede di un laboratorio dove, dopo quanto successo a livello nazionale, sperimentare l’alleanza che Di Maio ha battezzato «patto civico». E che la svolta stia per concretizzarsi lo si può capire anche dal vero e proprio ‘congelamento’ delle cosiddette «regionarie», cioè del meccanismo di selezione che il M5s aveva pensato per individuare il candidato.

Le reazioni Di sicuro la mossa del pentastellato è un fatto politico di grande importanza e ciò lo si può misurare dalle reazioni del centrodestra, tra le cui fila umbre serpeggia ora un po’ di nervosismo: alla cavalcata vittoriosa immaginata fino a poche settimane fa infatti si è sostituita l’idea di una partita forse un po’ più aperta del previsto. Il coro di dichiarazioni, da Raffaele Nevi a Barbara Saltamartini, da Roberto Morroni a Deborah Bergamini, da Anna Maria Bernini a Maurizio Gasparri, è sostanzialmente unanime: «Quello tra Pd e M5s – dicono – è trasformismo, un patto per spartirsi potere e poltrone». Da sinistra invece Stefano Vinti spinge, da tempo, per l’alleanza col Movimento: «La proposta avanzata da Di Maio di una ‘coalizione di nuovo conio’ e di una ‘giunta civica’ – dice – va accolta senza indugi e con lealtà».

Pd Terni: «Paparelli in lista» Lunedì l’assemblea comunale del Pd di Terni si «è espressa unanimemente a sostegno di Andrea Fora come candidato presidente, ma si valuta positivamente una eventuale convergenza con il Movimento 5 Stelle per le prossime elezioni regionali», si legge in una nota. I delegati dem ternani hanno anche «deciso all’unanimità che il candidato a consigliere del Pd Terni sarà l’attuale presidente vicario della Regione, Fabio Paparelli, in virtù del buon lavoro svolto come assessore regionale». Sui temi programmatici l’assemblea ha indicato «l’industria, le piccole medie imprese e il lavoro, la sanità, l’università, le infrastrutture, l’ambiente, un nuovo regionalismo e patto territoriale, il salario minimo, le politiche giovanili e di genere».

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