di Daniele Bovi e Antioco Fois
Prosegue con Cristina Rosetti del Movimento 5 stelle la serie di interviste ai sei candidati sindaco di Perugia che Umbria24 pubblicherà fino a domenica. Undici domande identiche per tutti su alcuni dei temi più rilevanti che riguardano il territorio perugino. In fondo alla pagina i link alle altre interviste.
Ritiene possano esserci margini per tagliare tasse e tariffe? Se sì, in quale misura?
«Riteniamo che ci siano i margini per un allentamento della pressione fiscale e tariffaria, ma l’atto più importante da compiere è una revisione complessiva della politica fiscale e tariffaria, che vada incontro alle famiglie, soprattutto quelle numerose, e alle imprese. Difficile dare dati più precisi: finché non potremo visionare voce per voce le poste del bilancio del Comune di Perugia non potremo capire su cosa si regge. Anche lo stato di gravissimo indebitamento delle partecipate, Umbria mobilità e Gesenu, eredità della Giunta Boccali, ci preoccupa moltissimo. Per la tariffa sui rifiuti, che tanto pesa su famiglie e imprese, intendiamo arrivare progressivamente all’applicazione della tariffa puntuale eliminando l’elemento iniquo del calcolo della tariffa sulla base della superficie dell’immobile, ma parametrarlo alla parte dei rifiuti non differenziati».
La sicurezza, anche quella percepita, è uno dei problemi più sentiti dai cittadini: coi mezzi che avrà a disposizione come sindaco, cosa intende concretamente fare?
«Il problema della sicurezza è una questione complessa che non va sottovalutata né banalizzata. Occorre agire su più fronti congiuntamente: prima di tutto con una mappatura delle vie e aree a rischio con creazione di percorsi sicuri e utilizzo delle nuove tecnologie anche in materia di videosorveglianza che permettano un controllo appropriato del territorio, vicinanza dell’Amministrazione ai cittadini mediante la polizia urbana, che deve creare un dialogo costante con i cittadini per comprendere i problemi ed elaborare le soluzioni per farvi fronte. Poi bisogna agire con un’animazione anche culturare dei luoghi e spazi pubblici con il protagonismo degli abitanti dei singoli quartieri per riappropriarci degli spazi pubblici. Infine serve un tavolo congiunto con Questura e Prefettura aperto alle associazioni e rappresentanze dei cittadini per sollecitare favorire azioni repressive efficaci verso fenomeni di spaccio e microcriminalità».
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Perugia è uno dei comuni più grandi d’Italia e spesso ci si concentra solo sul centro storico: cosa intende fare per le frazioni? Come aumentare il livello di partecipazione della cittadinanza?
«Le frazioni e i quartieri più lontani, soprattutto quelli al confine con altri comuni, si sentono spesso abbandonati dall’Amministrazione, vivono difficoltà sotto il profilo della mobilità e hanno difficoltà ad essere ascoltati. Il M5S creerà momenti di confronto con i cittadini di tutti i quartieri e di tutte le frazioni della città, attuando strumenti scientificamente sperimentati di democrazia partecipativa, che saranno inseriti all’interno dello statuto comunale, rifugge l’idea sostenuta da Anci nazionale (l’associazione dei comuni, ndr) di ripristinare le vecchie circoscrizioni fatte di politicanti e capibastone, per comprenderne tutte le problematiche e sviluppare in condivisione con i cittadini patti di collaborazione e iniziative per la loro risoluzione. Il sistema della mobilità che pensiamo integrato ed intermodale sarà in grado di riavvicinare tutti i quartieri e le frazioni al centro storico della città».
Le due Università sono tra i più importanti ‘motori’ cittadini e stanno accusando un calo degli iscritti: cosa, concretamente, può fare il Comune per offrire servizi migliori agli studenti?
«Siamo convinti che se Perugia come città ha necessità di risalire la china, altrettanto sia chiamata a fare la nostra Università, che dovrebbe puntare ad una qualità della didattica, che parte da una selezione di merito dei docenti, dalla capacità di far emergere e valorizzare talento e merito, da una capacità di fare ricerca in maniera competitiva. Tuttavia, emerge da un recente sondaggio tra gli studenti universitari ciò che il M5S va denunciando da tempo, ovvero che l’Amministrazione perugina non ha saputo creare un serio sistema di accoglienza degli studenti, i quali denunciano a tutt’oggi la mancanza di un sistema di mobilità efficiente, problemi gravi di sicurezza, mancanza di azioni culturali adeguate e di centri di aggregazione. Ed allora occorre avviare finalmente un dialogo serio con la nostra Università e con gli studenti, con cui, in condivisione va costruito, un Piano dei servizi e di accoglienza su misura perché gli studenti si sentano parte attiva della nostra società. Occorre valorizzare i migliori talenti che escono dalle nostre università, creando le condizioni perché rimangano sul nostro territorio, dando quel contributo in termini di crescita culturale, innovazione e miglioramento della competitività delle nostre imprese, di cui abbiamo estremo bisogno, favorendo la nascita di start-up nel settore culturale, turistico e delle nuove tecnologie. Gli interventi in materia di sicurezza devono puntare a riconquistare quella percezione di Perugia, città sicura e a misura d’uomo che riporti le famiglie a scegliere Perugia rispetto ad altre città come Siena. Occorre costruire iniziative culturali confacenti con gli interessi dei giovani universitari e costruire una card con cui possano accedere a tutte le iniziative che si sviluppano sul territorio a costi agevolati».
Qual è il suo progetto per il Mercato coperto e per gli altri spazi pubblici vuoti che ci sono in città?
«Il M5S deciderà le priorità di intervento in condivisione con i propri concittadini, ma certamente il Mercato coperto, abbandonato a se stesso da decenni, fulcro del centro storico e “porta” della città, necessita di un intervento urgente. Pensiamo alla riqualificazione del Mercato coperto come spazio pubblico di aggregazione delle diverse fasce della popolazione, residenti del centro storico e non, con funzioni plurime. Certamente dovrà riprendere la sua funzione mercatale, con la presenza di prodotti tipici del territorio, a ‘km 0’, da agricoltura biologica e naturale, con il sostegno di start-up di promozione di prodotti locali e forme di ristorazione veloce e street food, tradizionali e multietnici. Una vetrina per i prodotti tipici, di artigianato tradizionale e artistico di tutto il territorio regionale, capace di comunicare la nostra identità e quella dell’intera regione. Pensiamo anche ad aree di co-working per giovani professionisti ed aree attrezzate per l’avvio di start-up innovative e creative. Anche l’ex carcere di piazza Partigiani dovrebbe essere quanto prima recuperato per dare nuovo impulso all’economia, ma anche per dare nuovo slancio al centro storico. Riteniamo che le funzioni da assegnare debbano essere in linea e sfruttarne l’attuale assetto. Potrebbe essere utilizzato per la creazione di un’area convegnistica attualmente mancante alla nostra città, ma che per ospitare attività di laboratorio artigianale ed artistico, piuttosto che start-up innovative e creative. Dovrebbe essere inoltre fatta la mappatura di tutti gli immobili ed aree in disuso anche nelle aree industriali per elaborare un piano di recupero che sfrutti i fondi strutturali 2014-2020, anche con il contributo delle competenze, esperienze e conoscenze dei nostri concittadini, secondo un Patto di collaborazione che sarà oggetto di un regolamento comunale apposito sull’amministrazione condivisa già sperimentato con successo in altre città italiane».
L’orario di apertura e chiusura della Ztl lo giudica funzionale alle esigenze della città? Se no, come lo cambierebbe?
«Non proprio. Innanzitutto la chiusura a mezzanotte insieme alla chiusura troppo anticipata del minimetrò soprattutto nel fine settimana non permette di pianificare una serata in centro. Quindi, si potrebbe pensare di ampliarne l’apertura sino ad esempio alle 2. La reale necessità però è rendere il centro storico accessibile alle persone, non alle auto. È liberare il più possibile le nostre piazze (come piazza Matteotti) almeno in parte dalle auto, sperimentando la pedonalizzazione e favorire l’accesso al centro con bus navetta dai principali parcheggi, così da poter sviluppare anche sistemi di mobilità dolce come bici elettriche e percorsi pedonali».
Il costo di parcheggi e strisce blu viene percepito come troppo elevato. Posto che il Comune non è più tra i soci di Sipa e che quindi occorre una trattativa con la società, concretamente come pensa di intervenire?
«Occorrerà analizzare i contratti in essere e far ragionare la società, stante che le tariffe troppo elevate rappresentano ormai un danno anche economico per la città. In ogni caso è nostra intenzione creare un sistema di mobilità pubblica che disincentivi l’utilizzo dell’auto».
Probabilmente entro l’estate i soci pubblici di Umbria mobilità (compreso il Comune), venderanno l’ultimo 30% di azioni a Busitalia. Per quanto riguarda quindi i trasporti cittadini, dal centro alle periferie fino alle frazioni, quali sono i 4-5 provvedimenti da adottare? La seconda linea del minimetrò sarebbe utile alla città?
«Il M5S pensa ad un sistema di mobilità che renda il mezzo pubblico competitivo con quello privato, che ci permetta di creare Ztl attorno alle scuole e ai luoghi residenziali, affinché si possa sviluppare un sistema di mobilità dolce, fatto di ‘piedibus’ e bici-bus per i ragazzi che vanno a scuola e di piste ciclabili. Pensa alla realizzazione di un sistema integrato e intermodale di trasporto che è il tram-treno, che ci permetterebbe di sfruttare la Fcu con un potenziale di 450 mila utenti che colleghi Città di Castello, Umbertide, Spoleto, Assisi, Foligno, Todi, Terni, ma anche il versante del lago, con fermate intermedie ad Ellera, all’ospedale Silvestrini, alla facoltà di Ingegneria, al centro storico di Perugia, che si sviluppa all’interno della città, percorrendola in tutte le aree limitrofe al centro storico, che senza la necessità di alcun cambio porterebbe i viaggiatori direttamente nel luogo di studio e di lavoro. Un sistema ad alta frequenza e con tempi di percorrenza competitivi col mezzo privato, che permetterebbe di suddividere la città in anelli concentrici, sfruttando parcheggi di scambio, con biglietto integrato per la mobilità, che permetterebbero di liberare molte aree della città dai mezzi privati, favorendo il rifiorire di attività commerciali, la vita all’aperto, sistemi di mobilità dolce, che fanno bene alla salute e all’aggregazione, anche per ricostruire quelle relazioni sociali che devono farci tornare ad essere una comunità. Stiamo ormai da mesi raccogliendo firme contro la seconda tratta del minimetrò verso Monteluce, in quanto si rivelerebbe fallimentare per il versante mobilità e dannoso per il bilancio comunale su cui pesano già molti milioni di euro all’anno relativi ai mancati utenti e agli indebitamenti della prima tratta».
Come intende intervenire sul funzionamento della macchina burocratica comunale?
«Riorganizzare la macchina comunale in un’ottica di taglio alle spese improduttive e alle inefficienze è una priorità assoluta. Eliminare figure apicali la cui struttura è creata ad hoc per aumentare i premi, che in taluni casi superano addirittura gli stipendi, le posizioni di dirigenti e mini-dirigenti che non dirigono alcuno se non se stessi analogamente. Eliminare rendite di posizione per valorizzare i dipendenti comunali, tutti, la vera ricchezza di un Comune, secondo criteri meritocratici e di risultato reale un must. Ma occorre una riorganizzazione dell’intera struttura, secondo una logica bottom-up: non pensata dall’alto e calata sul personale, ma pensata dal personale e coadiuvata dal management (coatching). Occorre ottimizzare le postazioni di lavori e ottimizzare i processi. Digitalizzare i procedimenti, dematerializzare i documenti ed ampliare al massimo gli accessi informatici e fisici semplificati per risposte rapide, univoche e dalla medesima postazione, all’utenza con un occhio particolare alle imprese, sburocratizzando i processi, secondo servizi costruiti su misura».
Quali sono i provvedimenti concreti per rendere Perugia, nella sua interezza, uno spazio più ‘accogliente’ per le imprese e per favorire lo sviluppo economico? Come aiutare il commercio che vive un periodo di crisi a causa della contrazione dei consumi?
«Occorre restituire liquidità alle famiglie e alle imprese rivedendo la tassazione e questa è una nostra priorità. C’è da sperare che il bilancio che ci lascia Boccali consenta margini di manovra adeguati. Il recupero urbanistico dei centri urbani in degrado, il miglioramento dell’arredo urbano e il recupero di alcuni luoghi fulcro della città come il Mercato coperto insieme ad azioni per il loro ripopolamento oltre che azioni culturali e di animazione mirate, accompagnate ad un sistema di mobilità misto, mezzo pubblico efficiente ed eco-compatibile e sistemi di mobilità dolce possono fare molto per ricreare ambienti accoglienti per la ripresa delle attività commerciali. A tali azioni occorre affiancare progetti innovativi di marketing urbano capaci di mettere a rete gli operatori e di renderli protagonisti e anche promotori essi stessi di azioni di animazioni, offerte originali in grado di attrarre residenti e turisti. Pensiamo ad un vero protagonismo degli operatori commerciali che hanno già da anni elaborato progetti di riqualificazione anche per aree commerciali come via Settevalli e che l’Amministrazione uscente ha sempre rinviato».
Quali sono i centri di spesa dai quali si possono tagliare risorse e, eventualmente, come investirle a favore della cittadinanza? Quanto costano gli interventi proposti nel vostro programma elettorale e come pensate di finanziarli?
«L’efficientamento dell’intera macchina comunale, del suo funzionamento, degli acquisti e dei canoni di locazione insieme alla riorganizzazione dei posti apicali e alla riduzione drastica di consulenze superflue e spese improduttive anche delle società partecipate ci dovrebbe permetter di liberare risorse da destinare in parte all’allentamento e razionalizzazione del sistema dell’imposizione fiscale e tariffaria per famiglie e imprese. I nostri progetti di rigenerazione urbana, social housing, efficientamento energetico degli edifici e di mobilità potranno essere finanziati in parte con fondi nazionali ed europei per la mobilità alternativa, in parte con fondi privati, ed ancora con i fondi strutturali regionali, nonché con quelle risorse che riusciremo a risparmiare grazie all’efficientamento dell’intero sistema e del taglio delle spese improduttive».
L’INTERVISTA A WLADIMIRO BOCCALI
L’INTERVISTA AD ANDREA ROMIZI
L’INTERVISTA AD ADRIANA GALGANO
le biciclette? a Perugia?
…ancora?