La presidente Marini e il segretario Bottini (foto F.Troccoli)
La presidente Marini e il segretario Bottini (foto F.Troccoli)

di Daniele Bovi
Twitter @DanieleBovi

Nel Pd umbro si tenta di giocare la carta del disgelo. Venerdì pomeriggio a Perugia è andato infatti in scena un incontro tra il fronte dei 40enni, formato da Catiuscia Marini e Wladimiro Boccali, e il segretario regionale dimissionario Lamberto Bottini. Un faccia a faccia a tre dove i 40enni hanno assicurato che loro congiure non ne hanno fatte e che il rinnovamento è fisiologico ed è avvenuto in tutta Italia. Insomma, il merito non è solo di Bottini. Ovvio che gli scambi d’accuse non siano stati graditi e che siano lì sopra il tavolo ma almeno per il momento quello della tregua sembra lo scenario più plausibile. Tanto che nel corso della direzione regionale che si terrà sabato mattina con tutta probabilità Bottini ritirerà le dimissioni e traghetterà il partito almeno fino alle elezioni di fine febbraio.

La partita Le accuse lanciate però ancora bruciano (specialmente quelle scagliate dal segretario della federazione di Perugia Dante Andrea Rossi) e così nei prossimi giorni si proverà a fare definitivamente chiarezza dentro il partito ma, fino all’appuntamento elettorale, il Pd umbro avrà una guida senza ricorrere a un commissario o a un collegio di reggenti. Solo dopo febbraio si aprirà probabilmente la partita per la segreteria con il congresso che si dovrebbe tenere dopo l’estate o forse, visti gli eventi, anche prima. Un congresso che vedrebbe in posizioni di forza il recordman di preferenze Gianpiero Bocci e tutto il gruppo degli amministratori 40enni.

Rebus liste L’altro tema affrontato venerdì in un summit più allargato, mentre dei quattro ricorsi non s’è avuta notizia, è quello della formazione delle liste. Il partito umbro come quello di altre regioni (ad esempio la Sicilia) vede di cattivo occhio l’imposizione da parte di Roma di quattro nomi (alla fine dei giochi quasi la metà degli eletti) e, così, dalla direzione potrebbe essere formalizzata la richiesta di soli tre nomi. Richiesta che per non dare il la al domino non dovrebbe essere accolta. Alla fine quindi i nomi caldi sono sempre quelli di Marina Sereni con Nadia Ginetti, Silvano Rometti e Walter Verini, sul quale ci sono i maldipancia del partito umbro che vorrebbe dare più spazio a chi ha corso alle primarie. Giulietti, Ascani e Rossi potrebbero poi essere i nomi per la Camera con Bocci e Cardinali al Senato insieme al socialista Rometti.

Spunta Realacci A scompaginare parzialmente questo schema le indiscrezioni, da prendere come tali, lanciate in serata da più agenzie che riguardano i capolista. Venerdì infatti a Roma il Pd in una riunione ha fatto il punto sul tema e, nell’attesa che i nomi vengano resi noti ufficialmente martedì, nei lanci d’agenzia si fanno quelli di Marina Sereni per la Camera e del renziano Ermete Realacci al Senato (opzione alla quale il partito umbro sembra dare poco credito). Un assetto che vedrebbe lo spostamento nel «listino» della Toscana del sindaco di Corciano Ginetti, come infatti riporta un altro lancio nella serata di venerdì. Guardando alle altre realtà, in Piemonte ci sarebbe la coppia Cesare Damiano-Ignazio Marino, in Liguria Andrea Orlando, in Campania Guglielmo Epifani (dato per settimane come candidato in Umbria), in Puglia Finocchiaro al Senato e Boccia alla Camera, in Emilia Dario Franceschini, in Veneto al Senato Felice Casson e in Lazio Piero Grasso al Senato e uno tra Bersani e Fassina alla Camera in Lazio 1. Quel Bersani che potrebbe guidare anche una delle circoscrizioni della Sicilia e la Lombardia.

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