Giornata intensa quella di giovedì 2 marzo per le forze politiche che si preparano all’appuntamento elettorale delle amministrative a Terni. Si allarga infatti ufficialmente la rosa degli aspiranti primo cittadino: per potere al popolo scende in campo una donna, sin qui l’unica, e anche la più giovane tra coloro che concorrono alla poltrona di sindaco. Si tratta della 40enne Silvia Tobia, a molti nota per l’attività nell’ambito dello sportello Asia-Usb, nato per rispondere alle esigenze di inquilini delle case popolari, talvolta immersi nel cosiddetto disagio abitativo.

Potere al popolo «Accetto la candidatura a sindaca della mia città – dichiara -. Potere al Popolo sarà presente alle elezioni amministrative di maggio 2023 con la sua lista che viene dal basso, per il popolo. Una lista che saprà rappresentare le periferie, gli abitanti delle case popolari, che vuole difendere la sanità pubblica contro tutte le privatizzazioni, che rilancia il tema ambientale. Scenderemo in campo con un programma che nasce dalla condivisione, dall’ascolto delle problematiche delle donne e degli uomini della nostra città, che sono le nostre stesse problematiche. Un programma per l’integrazione, per la cultura, per il lavoro dignitoso, contro ogni discriminazione. Vogliamo che Terni diventi città d’avanguardia nella richiesta a gran voce di pace e per lo stop all’invio di armi, contro le guerre volute dai potenti che colpiscono sempre gli ultimi».

José Maria Kenny Un’altra importante novità fa eco da via Mazzini fino a Pentima, passando per viale Brin: il prof universitario José Maria Kenny avrebbe sciolto le riserve; il 70enne sarebbe a disposizione per guidare un progetto politico col sostegno di quante più forze vorranno. Il Pd è in prima linea in questo senso e potrebbero accodarsi gli Innovatori e il Psi. Voci di corridoio riferiscono invece di una volontà di M5s e Azione di andare ciascuno per la propria strada. I Pentastellati sono pronti a giurare che sabato presenteranno il proprio candidato (e dovrebbe essere il dottor Claudio Fiorelli classe 1972) ma nella convocazione della conferenza stampa non è specificato e chissà che le ore che li separano da quell’appuntamento non siano buone per tentare mediazioni coi Dem, sin qui fallite, sull’onda della liaison Shlein-Conte. Comunque fuori dallo schema rimarrebbe invece il partito di Calenda che a Terni è pronto a schierare un altro medico, l’otorinolaringoiatra Santino Rizzo.

Latini bis minato Questi ad oggi i nomi dei candidati a guidare il Comune di Terni e non è escluso che anche Rifondazione comunista possa esprimerne uno proprio oltre quello del patron della Ternana Stefano Bandecchi, leader di Alternativa Popolare. Tra tanti aspiranti, incredibile ma vero, quello più in dubbio ad oggi appare il sindaco uscente Leonardo Latini. Senza il favore della Lega, dove ha incontrato allo scadere di mandato sei consiglieri intenzionati a fargli pagare fino in fondo qualche torto subito, finirà per incentivare la candidatura di Orlando Masselli di Fratelli d’Italia. Coi leghisti furiosi si dice che il sindaco avrà un confronto in serata. Casomai non trovasse l’intesa, servirà probabilmente un intervento dei partiti da Roma. Difficile che Salvini voglia farsi sfilare il sindaco di un capoluogo di provincia, ma se la scelta ricade su di lui resta il rischio della debacle in consiglio in occasione del voto al bilancio che complicherebbe decisamente le cose. Il profilo dell’avvocato sarebbe a quel punto ritenuto non più spendibile, ma in generale, visti anche gli scherzetti social, anche la credibilità della coalizione vacilla.

La fuga di Gentiletti Tra le varie forze non ha trovato invece forse lo spazio che si aspettava il consigliere Alessandro Gentiletti che, dopo un grande entusiasmo e la rivendicazione di aver tentato di fare da collante tra Pd e M5s, si sfila senza una spiegazione troppo plausibile affidata peraltro a un video Facebook che non è neanche troppo nel suo stile. Che voglia lasciare spazio ad altri e magari tentare la corsa per le Regionali tra un anno, è un sospetto diffuso. Di sicuro dopo aver manovrato coalizioni e interlocuzioni è certo che lascia le forze interne al gruppo con un lavoro probabilmente da ricominciare. Le valutazioni sono in corso.

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