di M.R.
Non vanno a buon fine le prove decisionali in casa centrosinistra in vista delle elezioni amministrative di Terni e seppure un aggiornamento non è stato fissato nel dettaglio è praticamente dato per scontato.
Martedì di passione Al tavolo convocato per le 16 di martedì in via Mazzini, nella sede del Pd, erano presenti i rappresentanti di M5s, Psi, Pd, Alleanza Verdi-Sinistra, Articolo 1, Rifondazione, Terni valley. Sul tavolo della discussione la possibilità di un campo largo da ottenere eventualmente tramite primarie di coalizione, la candidatura del pentastellato Claudio Fiorelli e quella del prof José Maria Kenny ancora senza simboli.
Elezioni a Terni Il confronto è cominciato solo pochi istanti prima delle 17 mentre gli arrivi in via Mazzini erano iniziati già dalle 16. In ritardo in particolare il segretario regionale del Pd Tommaso Bori che, prima di salire, ha riferito alla stampa di augurarsi il raggiungimento di un’intesa su programmi, nomi e modalità di procedere. Rispetto all’ipotesi primarie, il numero uno umbro dei Dem ha assicurato che ci sarebbero i tempi per usufruire di questo strumento teso a individuare l’aspirante primo cittadino nell’ambito del campo largo. «Volontà e condivisione faranno la differenza» ha ammonito; ma il Pd, come dimostrava già l’indicazione dell’assemblea comunale, non era evidentemente pronto al grande passo.
Assemblea Pd Tra urla e stracci in volo, all’interno dello stesso partito, si narra che il M5s avesse proposto ai potenziali alleati di sottoporre alla propria base di iscritti non solo la candidatura di Kenny ma anche quella di Fiorelli, in modo da evitare le primarie qualora non fosse stato necessario. Da quanto si apprende, la linea adottata dai Dem all’hotel Garden non sarebbe però stata questa, sicché le posizioni delle forze politiche coinvolte al tavolo restano distanti, salvo sorprese derivanti da ulteriori interlocuzioni e valutazioni. Intanto il Pd si misura con sè stesso e già tra livelli territoriali diversi, le posizioni serebbero tutt’altro che sovrapponibili.
Gentiletti a gamba tesa Su quanto andato in scena in via Mazzini, si è espresso il consigliere di Senso civico Alessandro Gentiletti: «Sono qui oggi, sia come militante di Terni Valley, che come capogruppo uscente di Senso civico che ha deciso di non ricandidarsi nel caso non si trovi una proposta unitaria. Rappresento a mio modo un messaggio con questa scelta personale: tante elettrici e tanti elettori non capiscono e non capirebbero. Andare divisi prima, per ritrovarsi al ballottaggio, fare una campagna non belligerante, come state proponendo, è una cosa incomprensibile, non entusiasmante e ingiustificata. Le primarie non le ho mai viste con simpatia, ma servono quando le classi dirigenti falliscono e voi oggi purtroppo dovete prendere atto di aver fallito nella ricerca di una unità e unione necessaria. E mi riferisco sia al M5s che al Pd, nonostante ritenga a me più prossima ciò che esprime la candidatura di Claudio Fiorelli, in quanto in questi anni è stato presente sul territorio e si è impegnato. Per questo ho definito irricevibile la candidatura del prof Kenny, soltanto per il modo in cui viene presentata. Senza con ciò giustificare il passo affrettato che è stato fatto dal M5s, anche se il troppo temporeggiare in politica fa male. Io penso che dobbiamo discutere di temi, proposte e visioni, non di calcoli e ragionamenti. Le opposizioni hanno lavorato insieme e hanno trovato sintesi anche di visione. A voi, che siete le classi dirigenti dei partiti, compete trovare la soluzione per risolvere la situazione incomprensibile e insensata che avete creato».