Giacomo Leonelli (foto F.Troccoli)

Tutti, compattamente, intorno a Giacomo Leonelli. I delegati renziani nelle assemblee provinciali di Terni e Perugia si sono ritrovati mercoledì sera nella sede del partito in piazza della Repubblica e, lì, hanno deciso di sostenere in modo unitario il 34enne avvocato perugino in vista delle primarie del 16 febbraio, quando i cittadini umbri saranno chiamati a scegliere il nuovo segretario regionale tra lui, Stefano Fancelli e Juri Cerasini. «Giacomo Leonelli – ha detto Marco Vinicio Guasticchi – è il candidato che interpreta coerentemente le battaglie che, sin dall’inizio, abbiamo combattuto insieme con l’obiettivo di rinnovare il Pd secondo la proposta di Matteo Renzi». Frasi non scontate visti gli attriti che ci sono stati tra i due. Durante la discussione si è parlato anche dei tanti che, in primis la presidente Catiuscia Marini e il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali, hanno deciso di appoggiare la candidatura di Leonelli dando vita a una sorta di accordone che, oltre ai renziani, comprende anche Gianpiero Bocci.

I futuri organismi La disponibilità «a condividere il percorso tracciato anche con chi, in passato, non era nelle posizioni di Matteo Renzi», ovviamente c’è, ma un punto viene spiegato con chiarezza: «I prossimi organismi regionali – è detto in un comunicato diffuso dopo l’incontro – dovranno tener conto della larga maggioranza emersa nelle primarie di dicembre». Bene l’appoggio insomma, ma non va dimenticata la schiacciante vittoria conquistata da Renzi l’8 dicembre scorso». «L’8 dicembre ha cambiato l’Italia – ha sottolineato Leonelli -. Far finta di nulla sarebbe il peggior segnale ai 3 milioni di elettori che si sono chiaramente espressi. Non è pensabile che in Umbria il percorso politico del Pd non sia fortemente legato ai contenuti del progetto di Matteo Renzi».

Far vivere il Pd «Essere coerenti interpreti del messaggio di speranza che Renzi ha saputo trasmettere a tanti elettori e cittadini – è stato detto -, deve significare, in primo luogo, far sì che la politica torni in grado di promuovere, recepire e tradurre in atti concreti la necessità di una vera e propria ‘Riforma di sistema’ ormai non più rinviabile e che ciò possa avvenire tramite l’azione e il protagonismo di quel Pd che in tanti abbiamo voluto e che  in molti sono riusciti a non far ancora nascere. Far vivere finalmente il Pd, dopo l’8 dicembre, significa fare  con coraggio, determinazione e senza mediazioni politiciste, scelte che, sul piano della gestione e della vita del partito,  del suo rapporto con le istituzioni, del progetto di società del quale si è fatto promotore,  possono configurarsi come una chiara inversione di rotta; così anche l’Umbria cambierà verso».

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