«Verifiche sull’acqua e indagini epidemiologiche». Questo quanto si prepara a chiedere il M5s sul caso di Fabro dove le analisi dell’Arpa hanno rilevato la presenza di significative tracce di radioattività nella zona artigianale di Colonnetta dove sono state «interrate 1,5 tonnellate di ceneri».
M5s pronto a chiedere nuove verifiche su Fabro L’annuncio è arrivato durante la conferenza stampa indetta a Palazzo Cesaroni dai consigliere regionali Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari tornati a denuncia l’inquinamento dell’area insieme all’eurodeputata Laura Agea e al consigliere comunale di Orvieto, Lucia Vergaglia: «Dopo l’interrogazione presentata dal M5s alla Commissione europea – hanno evidenziato – saranno imposti approfondimenti in ogni sede per verificare quanto avvenuto e quali materiali inquinanti siano presenti da venti anni nel sottosuolo dell’area artigianale, ora grazie alla nostra iniziativa M5S arriveranno le prime risposte». In questo senso Carbonari e Liberati hanno comunque annunciato la richiesta di «ulteriori verifiche, anche sull’acqua, carotaggi del terreno ed indagini epidemiologiche per delineare con esattezza i contorni di questo grave caso di inquinamento ambientale».
Livelli di radioattività I consiglieri regionali hanno ricostruito le vicende del sito di Fabro, «dove parte delle ceneri prodotte dalla centrale a carbone dell’Enel di La Spezia vennero utilizzate per livellare i terreni su cui realizzare l’area artigianale», spiegando che «secondo le rilevazione Arpa iniziate a settembre 2015 la radioattività misurata è tra 0,1 e 0,4 microsievert/ora, valore tale da aver suggerito ulteriori approfondimenti. Numeri preoccupanti, se si pensa che una radiografia sviluppa 1 microsievert/ora, che a Roma si registrano 0,04 microsv/h e che a Tokyo, dopo Fukushima, il livello medio era 0,25 microsv/h».
Timori su Piegaro e Tavernelle Ma nel mirino del M5s ci sono anche altre aree dell’Umbria: «È ormai evidente che la nostra regione – hanno detto – non è più il cuore verde d’Italia temiamo però che le ‘terre dei fuochi’ umbre riguardino anche Piegaro e Tavernelle, dove sarebbero state sepolte altre ceneri. Faremo in modo che emergano con chiarezza eventuali contaminazioni avvenute anche in quelle zone e chiameremo l’assessore Fernanda Cecchini a chiarire quanto di competenza della Regione Umbria».