di Massimo Colonna

Il Comune si aspetta dalla Telecom oltre 5 milioni e mezzo di euro che ha già messo a bilancio. Un introito che gli stessi tecnici comunali definiscono «con evidente carattere di straordinarietà», come si legge negli allegati al documento di programmazione economica presentato in queste ore. E proprio tra gli allegati spuntano le carte per cui il Comune ritiene di essere in pieno diritto di incassare quella cifra.

Carattere di straordinarietà Della questione si era parlato anche in occasione della conferenza stampa di presentazione del bilancio di previsione 2015. «Un particolare cenno – si legge nell’introduzione della delibera 235 sul bilancio di previsione – va fatto in ordine alla previsione di gettito della Tosap (la tassa di occupazione di suolo pubblico, ndr) il cui ammontare complessivo è stato stimato in euro 6.687.745.00 a fronte di 1.021.655.09 accertati nel 2014 e riferiti al solo gettito fiscale (con una differenza dunque di 5.666.089.91 euro, la cifra che il Comune ha messo a bilancio, ndr). La maggiore previsione, che presenta evidente carattere di straordinarietà, è collegata alla nota vicenda legata alla modalità di tassazione della rete Socrate che ha sviluppato un annoso contenzioso tra Ica e Comune di Terni nei confronti di Telecom che si è concluso solo di recente a favore del nostro ente con la sentenza del consiglio di Stato, determinando così l’emissione da parte dell’Ica degli atti di accertamento relativi agli anni dal 2010 al 2014 ed al 2015».

Il ruolo della Ica Srl A ripercorre l’intera vicenda è poi la stessa Ica, Imposte Comunali Affini. «Ica Srl aveva provveduto a notificare a Telecom cinque avvisi di accertamento afferenti le annualità 2004, 2005, 2006, 2007, 2008. Si ricorda che per le reti di pubblici servizi il calcolo del dovuto scaturisce dal numero di utenti per la tariffa unitaria di base. Ica Srl ha provveduto a tassare la inutilizzata rete secondo il criterio dell’estensione lineare della stessa, stante il fatto che il progetto abbandonato e la relativa infrastruttura non poteva essere considerata alla stregua di una rete dedicata  alla erogazione di un servizio pubblico e conseguentemente non si poteva provvedere a ricomprendere la stessa nel criterio della tassazione ad utenza». In sostanza il Comune ritiene che la tassazione ad utenza (che taglierebbe fuori la Tosap visto che di utenti non ce n’erano) in questo caso non possa essere applicata.

Dal giudice La vicenda ha intrapreso non solo una via di diritto, ma anche quella amministrativa, sfociata fino alla sentenza del consiglio di Stato. «Nella sentenza – si legge nella relazione Ica – numero 2196/2015 si legge che ‘le infrastrutture che occupano il suolo stradale del centro abitato della città di Terni, vuote e non utilizzate, salvo una limitata rete, evidenziano la mancanza di titolo dell’occupazione, peraltro incontestata dalla Telecom’. Stante il giudizio definitivo del consiglio di Stato – prosegue Ica – ciò che prima era una tesi di parte (la rete Socrate non è sostanzialmente utilizzata e non può qualificarsi quale opera di pubblica utilità) si oggettivizza nella statuizione del massimo organo di giustizia amministrativa. La conseguenza in termini fiscali è che la rete Socrate non può essere ricompresa nella tassazione ad utenza, bensì le infrastrutture vengono tassate a metro». Una tesi sostenuta anche dall’avvocatura comunale la quale, citata nella delibera, conferma «la correttezza degli argomenti giuridici contemplati».

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