Un tratto della E45 a Ponte San Giovanni

di Ernesto Cesaretti*

Confindustria Umbria accoglie con favore la decisione del Consiglio Regionale umbro sulla trasformazione della E45 in autostrada. Il risultato bipartisan su questo tema è un segnale positivo della convergenza delle istituzioni su un’opera infrastrutturale che da anni riteniamo strategica per lo sviluppo del territorio.

Gli imprenditori umbri, così come la grande maggioranza dei cittadini che hanno a cuore il futuro della propria regione, ritengono – e non da oggi – che con la trasformazione della E45 in autostrada si possa avere un’arteria di comunicazione importante che metta in collegamento l’Umbria con i due porti di Mestre e di Civitavecchia e che, tra l’altro migliori, con il Nodo di Perugia, la viabilità intorno al capoluogo, oggi arrivata al limite del collasso e della sicurezza. Verrebbe favorito, e vorremo dire finalmente l’accesso alla nostra regione che soffre di un isolamento cronico. Le infrastrutture non sono un inutile orpello segno della modernità, come qualcuno vorrebbe far credere. Le tante piccole e grandi aziende umbre scontano da decenni, in termini di competitività, gli effetti della mancanza di vie di collegamento rapide e sicure, costrette a fare i conti tutti i giorni con una condizione delle strade che mette a rischio l’incolumità dei cittadini.

Quest’opera, inoltre, che si inserisce come componente fondamentale del più ampio progetto riguardante l’arteria Mestre-Orte-Civitavecchia, potrebbe giovarsi dell’apporto di capitali privati gravando solo in misura molto limitata sulle finanze pubbliche. Si tratta un intervento essenziale per le prospettive di sviluppo della regione ma che comporterà certamente tempi di realizzazione non brevissimi. E ciò mentre la E45, arteria cruciale per la nostra regione, si trova in uno stato di profondo degrado ed estrema pericolosità aggravata dal fatto che saranno sempre meno le risorse per gli interventi di manutenzione. Non a caso la E45 è stata definita la “Salerno-Reggio Calabria” del Centro Nord indegna di uno stato civile che ha a cuore l’incolumità dei suoi cittadini.

*Presidente di Confindustria Umbria

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