Quincy Jones

di D.N.

Ottantacinque anni compie nel 2018 Quincy Jones, dei quali più di settanta trionfalmente passati nello show business. Per celebrare questa icona della musica Umbria Jazz ha organizzato uno spettacolo che è anche una festa di compleanno. Sul palco dell’arena Santa Giuliana (venerdì 13 luglio, ore 21) si alterneranno, presentati dallo stesso Jones, grandi artisti che in passato hanno lavorato con lui: la star della canzone americana Patti Austin, i virtuosi della vocalità jazz Take 6, la regina del nu soul Erykah Badu, un grande della musica brasiliana, Ivan Lins, e, da Cuba, Alfredo Rodriguez e Pedrito Martinez. In più, ci sarà come ospite speciale Paolo Fresu. Dietro a loro, con gli arrangiamenti originali di Quincy Jones, la Umbria Jazz Orchestra diretta da John Clayton con Nathan East & Harvey Mason. Biglietti disponibili dalle ore 12 di mercoledì 7 marzo.

Le origini Aveva 14 anni quando a Seattle cominciò a girare con un ragazzo della Florida di due anni più grande, che suonava il piano e purtroppo aveva gravi problemi di vista, Ray Charles. Da allora il genio di Chicago non si è più fermato. Trombettista jazz, polistrumentista, compositore, arrangiatore, produttore, direttore musicale, autore di colonne sonore per cinema, teatro e televisione, titolare o responsabile di case discografiche, attore. Forse basta dire che proprio lui ha prodotto il disco più venduto della storia, Thriller di Michael Jackson. E che ‘Fly Me to The Moon’, da lui arrangiata per Frank Sinatra con la big band di Count Basie, fu la prima canzone suonata sulla Luna da Buzz Aldrin nella missione della Nasa, nel 1969.

Icona della musica Una carriera incredibile che ha fatto di “Q” una icona dello spettacolo, non solo della musica, ed uno degli intellettuali afroamericani più rispettati e influenti di sempre. E non si può dire che sia stato un genio incompreso se si pensa che tra i riconoscimenti che gli sono piovuti addosso, non solo in America (la Francia lo ha insignito della Legion d’ Honneur) ci sono 79 nomination e 28 vittorie ai Grammy, incluso il più prestigioso di tutti, il Grammy Legend Award, assegnato soltanto a quindici artisti. Le lauree ad honorem e i master delle più prestigiose università, da Harvard a Princeton a Seattle, non si contano. Una fama ed una credibilità che Quincy Jones ha speso anche in una intensa e appassionata attività per i diritti civili e le cause umanitarie, dal sostegno a Martin Luther King e Nelson Mandela fino alla famosa campagna ‘We are the world’, inno di una umanità senza barriere e discriminazioni di qualunque tipo.

Collaborazioni Elencare gli artisti per i quali e con i quali nel corso della carriera Jones ha lavorato, nelle sue varie mansioni, è praticamente impossibile. Tra questi: Count Basie, Duke Ellington, Ray Charles, Sarah Vaughan, Dizzy Gillespie, Miles Davis, Dean Martin, Frank Sinatra, Clifford Brown & Helen Merrill, Dinah Washington, Lionel Hampton, Diana Ross, Ella Fitzgerald, Barbra Streisand, Tony Bennett. Se ha cominciato come jazzman, Quincy Jones ha via via ampliato i suoi orizzonti musicali senza pregiudizi, esplorando dal suo punto di vista pop, hip hop, soul, musica africana e brasiliana, musica classica e creando “ibridi” che sfuggono a qualsiasi paletto o limitazioni di genere. Un capitolo a parte meritano le sue musiche, come compositore, produttore o arrangiatore, per cinema (una trentina, tra cui ‘L’uomo del banco dei pegni’, ‘La calda notte dell’Ispettore Tibbs’, Getaway, ‘L’oro di McKenna’, ‘A sangue freddo’), per serie televisive come Ironside, per show come quello di Bill Cosby e per diversi lavori teatrali e musical.

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