di Angela Giorgi
Le opere d’arte sopravvissute al terremoto e quelle salvate grazie alle operazioni di restauro come ambasciatrici in Italia e nel mondo della vitalità dell’Umbria. È questa la visione che muove il nuovo importante progetto di esposizioni al museo della Rocca albornoziana di Spoleto, fortemente voluto dalla Regione, su impulso della presidente Marini, dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio e dalla direttrice della Rocca Rosaria Mencarelli. Decisiva la visita del ministro Franceschini in Valnerina il 30 gennaio: «Le opere – ha detto il ministro in quell’occasione – faranno ritorno nei luoghi d’appartenenza».
Ospiti in Rocca Come “porta della Valnerina”, Spoleto si candida a punto di riferimento ideale per continuare a garantire la fruizione delle opere d’arte provenienti dalle aree colpite dal terremoto. In questa prospettiva, il 5 marzo alle 12 la Rocca albornoziana inaugurerà «Ospiti in Rocca»: opere sopravvissute al sisma, tratte in salvo in Valnerina e nelle altre regioni del centro Italia. Come ha ricordato l’assessore alla cultura del Comune di Macerata Stefania Monteverde, in occasione della giornata di «Rigenerare/Abitare il cratere: strategie per il rilancio» che si è tenuta lunedì, non tutto il cratere è devastato e la riflessione sulla tragedia non deve travolgere l’intero territorio. La stessa definizione di “cratere”, inesatta e controproducente, richiama uno scenario che lascia poco spazio a prospettive di ricostruzione. I pezzi in esposizione, tutti in buone condizioni, saranno ambasciatori di un’Umbria viva e fruibile: anche il museo della Rocca si renderà protagonista attivo di questo processo, grazie a conferenze, attività e occasioni di incontro.
Una seconda mostra Grazie alla volontà della Regione, esplicitamente espressa dalla presidente Catiuscia Marini, e alla risoluzione della Soprintendenza, in una seconda fase «Ospiti in rocca» si arricchirà di un importante ampliamento previsto, almeno nelle intenzioni, per il mese di aprile: le opere che attualmente sono in fase di restauro in Vaticano e all’Opificio delle pietre dure di Firenze saranno accolte in un’esposizione più ampia, che avrà il compito di rilanciare il turismo in Umbria e nel centro Italia. Le prime opere a “uscire” dal restauro, le prime a tornare in Valnerina a testimoniare l’importanza dell’arte in questi territori. Proprio il turismo culturale è un asse strategico dell’economia regionale: ripristinando l’affluenza turistica, tutto il tessuto economico riprenderebbe respiro. Per l’Umbria, l’esposizione delle opere sopravvissute al terremoto diventa quindi l’occasione per rilanciare tutto il circuito museale regionale: il turista curioso e interessato scoprirà i risultati del lavoro di ricostruzione e, insieme, l’intero patrimonio culturale umbro.
L’assessore Cecchini «La Regione Umbria – sottolinea l’assessore alla Cultura, Fernanda Cecchini – si è fatta promotrice di questa mostra per lanciare, attraverso i suoi beni culturali, il messaggio forte di una comunità che sa reagire e collaborare per realizzare interventi altamente qualificati di recupero e per far conoscere che la quasi totalità del suo territorio e dei suoi musei non è stato ferito dal sisma ed è pienamente fruibile. Un progetto condiviso dal ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, durante la sua recente visita a Norcia e Spoleto. È stata valutata positivamente l’idea di tenere nel Museo nazionale del Ducato di Spoleto una mostra con le opere d’arte recuperate dopo il terremoto – spiega l’assessore – per venire incontro alle reiterate richieste di visibilità del patrimonio culturale danneggiato dal sisma e, allo stesso tempo, offrire elementi di attrazione per un territorio colpito anche dalla crisi del turismo. Vogliamo anche valorizzare il lavoro di tanti che stanno operando nei nostri territori per aiutarci a superare la fase di emergenza e per il salvataggio dei nostri tesori – prosegue l’assessore – Mostreremo le operazioni di recupero attraverso un montaggio dei filmati dei Vigili del fuoco o degli altri soggetti presenti alle operazioni, così come delle fasi di restauro. Uno spazio significativo verrà poi dedicato alla presentazione di tutto quello che non è stato colpito dal sisma – rileva – È l’immagine forte di ripresa che parte dal Sistema museale regionale per proporre un territorio vitale e propositivo