di A.G.
Il 24 gennaio è stato presentato a Perugia (Palazzo Donini) il primo bando regionale destinato alle imprese del settore culturale. Alla presenza di un nutrito pubblico di imprese, associazioni e istituzioni culturali, l’assessore regionale alla cultura Fernanda Cecchini ha illustrato le linee guida del bando, che sarà pubblicato entro aprile.
Il primo bando regionale «Dopo la delibera, avremmo potuto mandare un semplice comunicato stampa. Abbiamo deciso, invece, di presentare il progetto prima della stesura del bando. Questo passaggio è decisivo rispetto agli impegni che ci siamo assunti un anno e mezzo fa per la crescita del territorio regionale, dal punto di vista della cultura e della sua fruizione da parte dei cittadini». Convocando gli operatori culturali, quindi, l’assessore ha voluto interpellare direttamente i potenziali destinatari del finanziamento: 2,8 milioni il totale previsto dal programma operativo FESR 2014/2020, Asse III misura 3.2.1, “Supporto alle imprese culturali, creative e dello spettacolo”. Un milione sarà momentaneamente accantonato per la rivitalizzazione di Monteluce ma non si esclude che, se non viene interamente impiegato in questo senso, venga successivamente distribuito in altri bandi.
Linee guida e criteri Le linee guida sono state illustrate nel dettaglio dal direttore regionale alla cultura Ciro Becchetti e dal dirigente del servizio di valorizzazione delle imprese culturali Mauro Pianesi. La misura prevede il finanziamento degli investimenti e non delle attività di gestione, sia per la realizzazione di prodotti che per l’offerta di servizi. Su un finanziamenti minimo di 30.000 e un massimo di 200.000 euro, il contributo della regione andrà a coprire il 70% del budget previsto da business plan. Tra le iniziative finanziabili, sia il consolidamento di imprese già esistenti che l’avviamento di nuove attività: sarà premiata, infatti, la creazione di start-up, nonché l’iniziativa femminile e giovanile. Particolarmente incoraggiata è la messa in rete delle tante piccole realtà attualmente operanti nel settore culturale: In Umbria si contano oltre 5.000 imprese creative. Comprensibile, in quest’ottica, l’entità dell’investimento: la Lombardia, con un territorio deici volte più grande dell’Umbria, prevede “solo” 200.000 euro in più. Largo quindi a progetti di qualità, innovativi e focalizzati sullo sviluppo di nuove tecnologie per informazione e comunicazione. Micro, piccole e medie imprese, ma anche associazioni e fondazioni che operano in un regime di impresa, potranno farsi avanti e proporsi come “impresa creativa”: seguendo una definizione che viene dall’esperienza europea, ricadono in questo settore le attività legate alla stampa, allo spettacolo, al design e alla moda e, in generale, a tutti i settori della cultura che possono diventare attrattori economici per il territorio