La band perugina dei Fast Animals And Slow Kids pubblica il nuovo singolo e video Annabelle
Fask, i quattro giovani musicisti della band

di Danilo Nardoni

L’emotività oggi è sempre più filtrata. Si è più emotivi che veri, con i social media che in tutto questo di certo non aiutano. I Fast Animals And Slow Kids vanno invece alla ricerca di verità e purezza emotiva. Lo fanno da sempre. Stavolta però la celebre band perugina, con il nuovo video e singolo ‘Annabelle’, punta ancora più in alto. Pubblicato lo scorso 16 dicembre il video ha già ottenuto in soli 5 giorni quasi 50.000 visualizzazioni online. I numeri per i Fask ci sono tutti, tanti e da tempo, nulla di nuovo. Oltre ai numeri però, grazie al gran numero di fan che sono riusciti a conquistare con il sudore concerto dopo concerto in giro per l’Italia e alla vecchia maniera, quindi senza show da talent o talent show (come si preferisce), c’è anche tanta sostanza in questa che possiamo considerare come la più grande rock band umbra. O meglio, la prima che è riuscita ad avere un seguito importante anche fuori dai confini regionali, anzi diventando una delle più richieste nella scena indipendente nazionale. Ormai è evidente che i Fask, dopo presenze ai concerti imponenti e riconoscimenti importanti, si sono attestati come uno dei gruppi più amati del panorama italiano. ‘Annabelle’ è la prima uscita dopo il fortunatissimo Alaska Tour, terminato il 6 febbraio scorso con il concerto all’Alcatraz di Milano, davanti a 2.800 paganti. E dopo un Ep e tre dischi il prossimo album sarà ‘Forse non è la felicità’ con pubblicazione prevista per il 3 febbraio 2017.

Il video di ‘Annabelle’ Le riprese del video di ‘Annabelle’ sono state affidate a un regista d’eccezione: Artù, un cane di grossa taglia, al quale è stata fissata, sul garrese, una telecamera. Alla fine del video in sovraimpressione si legge: «Qualunque regista, indipendentemente dalla propria sensibilità, non potrà fare a meno di filtrare l’oggetto della sua ripresa. Un cane no. Un cane vuole solo giocare, mangiare e dormire. Un cane non saprà mai cosa sono un videoclip e una telecamera, ma statene certi, un cane saprà sempre riconoscere chi lo ama e un luogo dove voler vivere. Questo video rappresenta i Fast Animals And Slow Kids e Artù nel settembre dell’anno 2016, esattamente come erano e come sono sempre stati». Così inoltre i componenti della band perugina spiegano il video: «In questo periodo storico in cui tutto è diventato condivisibile, spesso capita di sentirsi impotenti di fronte ai filtri che internet e i social media impongono su una nostra quotidianità altrimenti troppo “normale”. Una quotidianità, quella della musica, che nel nostro specifico caso abbiamo sempre vissuto scevra da ogni sovrastruttura mentale, da ogni spettacolarizzazione eccessiva. È quindi all’interno di queste riflessioni che è maturata l’esigenza primaria che più di ogni altra cosa ci ha portato a realizzare questo video in questa modalità: la ricerca di purezza emotiva. Abbiamo preso un cane, che tutto conosce tranne una giusta inquadratura o i tempi esatti di ripresa, e gli abbiamo messo una telecamera addosso. Dopo di che abbiamo corso con lui, mangiato accanto a lui e dormito con lui, esattamente come stavamo facendo da giorni. Purezza, esigenza di realtà. Ecco tutto».

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Il nuovo brano Ci sono l’energia e la riflessione solite dei Fask nel loro nuovo singolo. Entrambi aspetti a cui la band umbra non rinuncia mai. «Urliamo, bisbigliamo e ripetiamo – affermano – anche venti volte al giorno lo stesso nome senza percepirne l’importanza. Annabelle è una persona che conosciamo, Annabelle è il rumore del cavo che entra nell’amplificatore, Annabelle è la ragazza che muove quello che batte dentro il petto di quattro amici che cantano insieme in una stanza, Annabelle è un tappeto di chitarre distorte e di batterie martellanti al rintocco di ogni singolo cambiamento. Forse ad un certo punto sentiremo un crollo. Il rumore sarà assordante ma non potremo far nient’altro che aspettare la polvere per poi contemplare la pace della sconfitta».

Rivendicare origini e radici I Fast Animals And Slow Kids non sono nuovi, oltre che a brani e concerti, anche a video carichi di emozione. Proprio come quello con cui lanciarono nel 2014 il loro precedente album ‘Alaska’. Il singolo ‘Come reagire al presente’ era accompagnato da un video dedicato alla loro città, coniugando così il rock con l’orgoglio perugino. La band, con la voglia quindi di celebrare una sorta di “peruginità” attraverso un linguaggio giovanile, un po’ di tempo fa quindi faceva uscire questo video nostalgico che si sviluppa attraverso i luoghi della loro quotidianità e di quelli che non esistono più. I Fask non si dimenticano mai infatti della loro Perugia, anzi portano in giro il loro rock energico rivendicando sempre origini e radici. «Salve a tutti, noi siamo i Fast Animals And Slow Kids e veniamo da Perugia». Non potevano annunciarlo diversamente anche il loro nuovo video, visto che questa frase la ripetono sempre all’inizio di ogni loro concerto. Lo facevano qualche anno fa, quando ancora non erano conosciuti, e lo fanno ancora oggi. I Fask nascono a Perugia alla fine del 2008: quattro musicisti (Aimone Romizi, Alessandro Guercini, Alessio Mingoli e Jacopo Gigliotti) che scrivono insieme i primi pezzi in italiano nel 2009, quando registrano l’Ep ‘Questo è un cioccolatino’ con la To Lose La Track di Luca Benni. A seguire arrivano le aperture ai concerti di band come Zen Circus, Il Teatro degli Orrori, Futureheads e Ministri e nel 2010 vincono il contest di Italia Wave Love Festival come miglior gruppo emergente italiano. Successivamente pubblicano gli album ‘Cavalli’ (2011) e ‘Hýbris’ (2012). ‘Alaska’, il quarto disco della band esce nel 2014, il secondo per Woodworm label. Ora quindi questo singolo ‘Annabelle’ anticipa la nuova uscita discografica dal titolo ‘Forse non è la felicità'(etichetta: Woodworm/distribuzione: Audioglobe). Così viene annunciato il lavoro: «Un disco energico e dalle importanti contaminazioni, nato in assoluta libertà espressiva, che sviluppa, con sorprendente continuità rispetto ai dischi precedenti, un risposta ai disordini che la vita impone».