Da Pesaro al resto del mondo, passando per il Trasimeno: i marchigiani Be Forest, con il loro dream pop tinto di shoegaze, sabato 4 luglio alle 23.30 (ingresso 8 euro) saranno protagonisti alla Darsena Live Music a Castiglione del Lago di una serata all’insegna di sonorità di respiro internazionale, degne eredi delle grandi band del passato a cui il trio si ispira. La città sembra essere, negli ultimi anni, il fulcro di una scena che ha fatto dei suoni taglienti e delle atmosfere rarefatte il suo marchio di fabbrica: oltre agli stessi Be Forest, il “movimento” annovera tra le sue fila Soviet Soviet, Altro e Brothers in Law (che condividono con il trio il chitarrista Nicola Lampredi).

I Be Forest Nati nel 2009, i Be Forest esordiscono l’anno successivo con un demo autoprodotto e, dopo un periodo di intensa attività live, nel 2011 danno alle stampe il loro primo disco “Cold”, per l’etichetta We Were Never Being Boring; nella loro opera prima, la band dimostra che l’apprezzabile revival del lato più oscuro degli anni tra la fine degli ’80 e l’inizio dei ’90 non è esclusiva dei gruppi stranieri ma, al contrario, anche una band italiana può proporre la propria originale rielaborazione di trame di feedback, classicismi dark e melodie oniriche.

Tra atmosfere sognanti e noise oscuro Nell’estate 2012 intraprendono un tour europeo con la band canadese dei Japandroids, gettando le basi per quella stima di cui tuttora godono all’estero, oltre che in Italia. Anticipato da grandi aspettative, il secondo disco “Earthbeat” esce nel febbraio 2014: alla seconda prova, Erica Terenzi (batteria, voce), Costanza Delle Rose (voce, basso) e Nicola Lampredi (chitarra) mostrano di seguire la strada battuta già dall’esordio, lavorando sulle sfumature ma senza stravolgere; le influenze rimangono evidenti, pur non scadendo mai nell’emulazione fine a se stessa: The Cure, The Jesus and Mary Chain, Joy Division e Sister of Mercy, oltre a Nick Cave, My Bloody Valentine, Slowdive e The XX. Seguendo la lezione di band come queste, i giovani marchigiani intessono atmosfere sognanti e sospese, senza trascurare il noise più oscuro.

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