Di Stefania Supino

Il fantasiologo di professione, Massimo Gerardo Carrese, classe ’78, in occasione del festival organizzato dalla casa editrice Il Saggiatore, presenterà il suo libro ‘Il grande libro della fantasia’.

Cosa significa praticare la professione di fantasiologo? Fantasiologo è una parola che già esisteva nella lingua italiana ma, da 23 anni a questa parte, ho deciso di declinarla come figura di studioso. In pratica si tratta di uno studioso che analizza gli aspetti scientifici, umanistici, ludici e artistici di tre facoltà che sono, appunto, la fantasia, l’immaginazione e la creatività. Il fantasiologo studia, quindi, gli aspetti tecnici della fantasia e lo fa nell’ambito della fantasiologia, anche questa è una parola che esiste da moltissimi anni, più precisamente dal 1760. Cerco di diffondere questa mia passione da anni nelle scuole, università, carceri e ospedali, in qualsiasi contesto sociale, specialmente quello educativo.

Che ruolo ha la fantasia nella vita delle persone? La fantasia ha un ruolo fondamentale nella nostra vita quotidiana, è una capacità che ci permette di ragionare sulle possibilità delle cose. Di conseguenza è la restituzione di una possibilità, così da diventare un motore centrale nella vita di ognuno. La fantasia di cui io mi occupo si concentra maggiormente sugli aspetti più scientifici e tecnici. Da studioso vado a ricercare la storia filosofica, psicologica, anche il design della fantasia; ad esempio la ricerco nella linguistica o nell’architettura. Nel mio piccolo vado a restituire una dignità a questa parola perché nel linguaggio comune viene associata, da molti, alla ricreazione, allo svago, all’evasione dalla realtà. La fantasia è presente in ogni situazione, basta guardarci intorno e capiamo che tutto quello che ci circonda è creato dall’essere umano e tramite essa si crea l’identità di quel determinato elemento.

Cosa deve trasmettere ‘Il grande libro della fantasia’ ai lettori? Mi piacerebbe che alle persone che avranno il piacere di leggere questo libro arrivassero le mie conoscenze tecniche della fantasia, appunto perché non si conoscono, così da poterle integrare alla loro idea di fantasia. Non sarà una lettura noiosa e schematizzata, lo garantisco, ma sarà un dialogo tra le opinioni personali e le competenze. Desidererei che lo leggessero tutti, specialmente gli educatori e i docenti, che hanno a che fare con il mondo della scuola e dell’educazione perché è un argomento che appartiene proprio allo sviluppo e alle evoluzioni delle possibilità di ciascuno.

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