E’ stato da poco inaugurato il  ponte sul Tevere che consente il maggior utilizzo del percorso ciclo pedonale, ma da tempo c’è lì un cartello di divieto che oltre a essere sospetto di essere abusivo, non è stato rimosso in occasione dell’apertura del nuovo tracciato. Insomma inaugurato senza poterci passare.  

Michele Guaitini, segretario dei Radicali di Perugia, si autodenuncia per averlo coperto e, sostanzialmente, ‘rimosso’ nel senso di non renderlo più visibile. 

La sua lettere è indirizzata al prefetto, al sindaco di Perugia, al comando dei vigili urbani e all’assessore alle Infrastrutture: «ho deliberatamente occultato – scrive -, mediante apposizione di busta di plastica per la raccolta della spazzatura, un segnale stradale di divieto di transito posto nei pressi del canile municipale di collestrada e del contiguo parco del riposo». 

Il cartello era stato posto nel 2026 in occasione del vecchio ponticello di legno che fu rimosso. Ora però il ponte è stato ricostruito con tanto di cerimonia pubblica e di pedalata del sindaco e di altri esponenti politici che, proprio come Guaitini e tantissimi altri ciclisti, hanno sostanzialmente violato il divieto. 

«Il caso più eclatante – racconta Guaitini – è quello di due cicloturisti tedeschi che, nonostante le mie rassicurazioni che la pista fosse perfettamente percorribile con offerta di accompagnarli, si sono rifiutati di proseguire oltre il divieto di transito preferendo proseguire per Ponte Valleceppi lungo la trafficata strada Tiberina Nord». Afferma inoltre nella lettera di avere più volte segnalato al Comune il problema «ma invano». 

Guaitini dichiara di avere occultato il cartello, di essere consapevole di avere compiuto  «violato il codice penale e il codice della strada», come dichiara di avere «violato il predetto segnale» alla stessa maniera «del sindaco, l’assessore regionale Morroni e un agente di polizia locale», in occasione della pedalata dell’inaugurazione. Sospetta inoltre che quel cartello possa essere considerato abusivo, mettendo quindi in dubbio le presunte violazioni, atteso che «non sono riportati gli estremi dell’ordinanza» come previsto dal regolamento di attuazione del codice della strada. 

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