di Marta Rosati

All’orizzonte un nuovo periodo di insaturazione degli impianti al reparto Acciaieria (Acc) del sito siderurgico di Terni. Tradotto si prospetta una nuova fermata di cinque giorni per Fea4, Fea5, Aod2, Aod3, Cco3 e Cco7, ossia tra esercizio e manutenzione dei vari sistemi, circa 300 operai dalle 6 del 27 ottobre resteranno a casa e non rientreranno prima delle 6 del primo novembre. Per questo le Rsu di Ast sono in pressing sulla direzione aziendale affinché lo stop non gravi sui lavoratori.

Fermata Acc Giovedì mattina le Rappresentanze sindacali unitarie hanno incontrato i dirigenti dell’ufficio del personale e rispetto ai volumi produttivi per il mese di ottobre è emerso che il reparto Acc avrà un possibile periodo di insaturazione, ossia non ci sono ordini sufficienti ordini per far marciare gli impianti al massimo della loro capacità. Di conseguenza l’intero reparto resterà fermo. A fronte di ciò, le Rsu hanno chiesto un’altra riunione con la direzione aziendale (che si terrà nei prossimi giorni) per discutere e approfondire le modalità di gestione dei lavoratori, chiedendo fin da subito che sia attivata la cassa integrazione ordinaria e che tali insaturazioni non gravino sui lavoratori. Il confronto per lo sblocco delle professionalità in busta paga, già ottenuto per svariati reparti a partire da Lac fino al più recente Tubificio riprenderà invece il prossimo 18 ottobre.

Caso Clt Quello tra Rsu e vertici Ast non è l’unico incontro in programma. Entro la fine di questa settimana infatti è previsto anche un faccia a faccia tra Giovanni Scordo, presidente del Clt, e i segretari delle sigle sindacali metalmeccanici che ne hanno fatto richiesta alla direzione aziendale. Alla base ci sono le frizioni scaturite da una scelta che il presidente Scordo avrebbe preso unilateralmente, scatenando le polemiche dei sindacalisti, come avvenuto per il protocollo sulla legalità. Sul tavolo della discussione una nomina, fatta proprio dal presidente del Clt, che ai sindacati quantomeno nel metodo, non è piaciuta. Si tratta di quella di Maurizio Felcini, prima scelto proprio dai segretari come vice di Scordo e che quest’ultimo ha invece nominato segretario del Circolo lavoratori Terni, in virtù di una ‘sostituzione obbligata’. I numeri uno delle segreterie territoriali di Fim, Fiom, Fismic, Ugl e Uilm, insomma, procederanno probabilmente alla nomina di un nuovo vicepresidente, ma l’operazione è chiaro che risulta ad oggi tardiva e irritante.

Mise Del resto è ormai noto che i sindacati rivendicano un nuovo modello di relazioni industriali, anzi sono pronti a portare l’argomento sul tavolo del Mise il prossimo 8 novembre, soprattutto in relazione ai temi macro che riguardano l’azienda. Intanto Scordo, intercettato da Umbria24 in occasione della campagna ‘Gioca d’anticipo, ama il tuo cuore’ (anche questa pare non condivisa coi sindacati in fase di elaborazione) ha detto: «Confido nella riunione convocata per questa settimana, evidentemente ci sono state delle incomprensioni».

@martarosati28

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