di Marta Rosati

Che tipo di costruzioni stia provvedendo a fare la ditta all’opera sul capannone Pix 2 di Acciai speciali Terni, lo sanno bene solo gli addetti ai lavori; quello che emerge però è che i nuovi elementi che spuntano tra gli alberi oltre il parcheggio e visibili dalla strada lungo viale Brin fanno parte delle strutture propedeutiche al montaggio della linea 6, nel corso del quale si è verificato anche un infortunio lo scorso agosto.

Linea 6 Del nuovo impianto per laminati a freddo si è parlato di recente in sede di verifica dell’accordo al ministero dello Sviluppo economico. L’amministratore delegato Massimiliano Burelli ha infatti annunciato che, se a marzo potrebbero avere luogo i primi test di prova, già dal prossimo maggio la linea di Torino dovrebbe entrare in funzione a pieno regime. Senza dubbio la questione rientra tra gli investimenti più corposi messi in campo dal colosso siderurgico. Si era parlato di 30 milioni di euro a dicembre 2015, quando ancora non erano sul piatto le ipotesi del laminatoio Sendzimir dallo stabilimento Outokumpu di Benrath in Germania e l’acquisizione di un macchinario necessario, denominato ‘temper’ o ‘skinpass’; valori aggiunti alla linea 6 che permetterebbero una produzione di oltre 200 mila tonnellate di acciaio all’anno con appena quattro operai a turno. Come emerso sempre dal vertice al Mise per i freddi è previsto un incremento della produzione di pari al 30% e, senza dubbio, questa linea contribuirà al miglioramento dei volumi. Sempre in Pix 2, qualche settimana fa è stata sistemata l’insegna luminosa ‘Acciai Speciali Terni’ in parte spenta e la mancanza di lettere dalla stessa scritta nei pressi della portineria Pix 1 lascia pensare che altre manutenzioni siano in corso.

Sindacati Nella giornata di lunedì, intanto, i segretari di Fim, Fiom, Fismic, Ugl e Uilm hanno effettuato un incontro con il vicario e con il capo di Gabinetto del prefetto, propedeutico per il rinnovo del protocollo sulla Sicurezza in scadenza nei prossimi mesi, ma utile soprattutto a rinsaldare il sistema delle relazioni istituzionali. In modo particolare le organizzazioni sindacali oltre alle tematiche sulla sicurezza, si sono soffermate sui temi relativi ad ambiente e salute, appalti e legalità. «Il nostro obiettivo è quello di avviare confronti partecipati, con tutti gli attori interessati per affrontare e discutere di proposte, contenuti, merito, soluzioni ed impegni concreti, raggiungendo protocolli condivisi che, a nostro avviso, riescano a rispondere in modo positivo alle criticità ancora presenti sul territorio».

Fiom Cgil  Sui contenuti dell’incontro al Mise, nella giornata di martedì è intervenuta la segreteria della Fiom: «I risultati ottenuti evidenziano un sito in sicurezza dal punto di vista economico, produttivo ed occupazionale. Obiettivi che hanno caratterizzato la lunga vertenza Ast, sui quali convintamente abbiamo lavorato e ci siamo battuti insieme a tutti i lavoratori, riuscendo a modificare il piano industriale originario di Thyssen che prevedeva, per Terni, prospettive diverse e non piacevoli. È evidente che oggi, a fronte di quanto consolidato e raggiunto, crediamo sia giunto il momento di rilanciare una iniziativa finalizzata allo sviluppo del sito ternano sia dal punto di vista produttivo che occupazionale, come già abbiamo manifestato alla direzione aziendale. Abbiamo inoltre già posto il tema del ‘contratto integrativo; pensiamo che ai lavoratori in forza che hanno in questi anni contribuito al risanamento aziendale con professionalità ed impegno ma soprattutto con sacrifici economici meritino un ruolo e un’ attenzione centrale che risponda a qualità del lavoro, partecipazione e giusta redistribuzione».

@martarosati28