di M. To.
Tre giorni. Tanti, cioè, pochi quelli che mancano alla scadenza della proroga di sei mesi concessa, dal giudice Alessandro Nastri del tribunale di Terni, per il concordato relativo alla Tione di Orvieto.
L’assemblea I lavoratori della Tione, riunitisi in assemblea, fa sapere la Flai Cgil, esprimono «il proprio disappunto a la profonda preoccupazione rispetto alla totale assenza di informazioni circa il loro futuro. Durante il periodo estivo – ricordano – si sono susseguiti provvedimenti da parte dell’autorità giudiziaria cheavrebbero dovuto consentire una prova tecnica da parte di un soggetto imprenditoriale interessato a rilevare l’azienda, ma il tutto si è concluso con un nulla di fatto».
La regione Nonostante, denuncia la Flai, «i ripetuti solleciti il tavolo di crisi regionale ad oggi non è stato ancora convocato e l’attuale proprietà è completamente latitante. Troppi interrogativi sono rimasti irrisolti durante questo lungo ed estenuante periodo, l’unica certezza è che siamo di fronte al rischio ormai imminente che si perda un altro fondamentale insediamento produttivo del territorio, e con esso i numerosi posti di lavoro che ha assicurato. Chiediamo pertanto alla proprietà, al tribunale e alle istituzioni di evitare che questo lungo periodo incertezza si concluda nel peggiore dei modi».
Sangemini e Norda Il 9 ottobre, invece, scadranno i venti giorni di tempo concessi, sempre dal giudice Nastri, ai creditori di Sangemini che non avevano espresso il proprio parere in relazione alla richiesta di concordato presentata e che, se verrà accolta, permetterà a Norda di procedere con quanto previsto dalle procedure di affitto del ramo d’azienda.
Gaudianello Norda, intanto, sta facendo le pulizie autunnali: il 18 settembre scorso alle Rsu di Gaudianello è stata recapitata la lettera con la quale si annuncia la messa in mobilità di 20 persone, sulle circa 100 che lavorano nello stabilimento della Basilicata. Le motivazioni sono «la crisi dei consumi che ha generato un grave e strutturale squilibrio economico». Nella lettera si parla anche di «riorganizzazione trasversale volta a rafforzare tutte e tre le società appartenenti al gruppo affinché si torni a generare il giusto profitto».
«Razionalizzare» Ma il progetto appare ben più dettagliato, perché si punta ad una «razionalizzazione e concentrazione presso il gruppo Norda di tutte le attività indirette e di staff, con riferimento all’area amministrativa, all’area gestionale ed informatica, all’area commerciale, all’area risorse umane e relazioni sindacali e all’area acquisti» e la cosa, ovviamente, nel caso in cui il concordato venga concesso, non potrà che interessare anche lo stabilimento di San Gemini.
Eppure secondo CGIL-CISL-UIL con la firma dell’accordo con Norda, per la Sangemini, l’espulsione di 11 lavoratori avrebbe risolto tutti i problemi. Rilancio e prosperità erano dietro l’angolo. Che peccato! Hanno messo in mezzo alla strada e dimenticato 11 famiglie, chi con figli piccoli, chi con mutuo da pagare, chi con problemi di salute e sembra che non sia servito nulla.
Senza parlare dei 23 lavoratori della Sangemini Fruit, per loro il destino era stato segnato prima che arrivasse Norda.
Bravi sindacalisti! Continuate con le vostre sceneggiate e commedie penose.
Finiti i lavoratori da rovinare, prima o poi toccherà anche a voi!