di Marta Rosati

S’intravede il sereno sulla InViaggi dopo le nubi dei 35 licenziamenti annunciati. Nella serata di martedì in una nota congiunta, l’azienda e i sindacati Filcams Cgil e Uiltucs Uil, hanno confermato quanto già anticipato da Umbria 24 in mattinata: riconosciuta la centralità del tavolo di confronto avviato presso la Regione dell’Umbri, l’obiettivo condiviso è quello di aprire un percorso che abbia come finalità la maggior tutela possibile dei livelli occupazionali, oltre a rilanciare l’impresa attraverso innovazione di prodotti e processi. L’Azienda nell’ambito dell’incontro ha illustrato le linee guida per il rilancio della InViaggi, individuando il nuovo modello di business nelle possibilità offerte dal web, nella relazione con il territorio e nell’acquisizione delle necessarie competenze tecniche. Nel pomeriggio è stato sottoscritto anche un verbale di accordo che proroga, come già era emerso da indiscrezioni, la fase sindacale di 30 giorni per conferire piena operatività al tavolo presso la Regione dell’Umbria.Le parti hanno concordato di incontrarsi nuovamente il 2 novembre  in Regione, utilizzando il periodo per tutti gli approfondimenti necessari. Vertici societari, sindacati e lavoratori protendono insomma tutti verso la migliore soluzione possibile.

Il presidio e le indiscrezioni Una cinquantina di lavoratori della ‘InViaggi’ martedì mattina ha organizzato un presidio sotto gli uffici della Regione all’ex Centro multimediale di Terni per protestare contro l’apertura della messa in mobilità per 35 lavoratori. L’iniziativa è stata appoggiata dalle sigle sindacali, in particolare dalla Filcams Cgil e dalla Uiltucs Uil che hanno portato la questione all’attenzione di Palazzo Donini. Proprio nelle ore immediatamente successive al sit-in dei dipendenti, trapela ottimismo: secondo indiscrezioni, l’azienda avrebbe riconosciuto la centralità del tavolo regionale e si sarebbe resa disponibile a una trattativa. Nulla di ufficiale, ma pare che per almeno altri trenta giorni, nessun posto di lavoro sarà in discussione. La sensazione è che il numero di esuberi ora previsto possa essere ridimensionato, Martellotti e soci insomma vorrebbero riprendersi le proprie quote di mercato nel settore turistico.

La forza lavoro Tra gli esuberi soprattutto donne, molte mamme: «Lavoro in azienda da dodici anni e quindi ormai conosco bene la InViaggi e le sue potenzialità». A parlare è Daniela, originaria di Milano e trasferitasi nella Conca per ragioni personali. A lei abbiamo chiesto cosa insieme ai colleghi sarebbe disposta a perdere pur di mantenere il posto: «I lavoratori sono disposti a grossi sacrifici e lo hanno già dimostrato – racconta -; già da 3 anni siamo sottoposti a cassa integrazione e mai ci siamo sottratti al duro lavoro nel picco dell’alta stagione. Crediamo in questa realtà nonostante la crisi e la rivoluzione di sistema con l’avvento di internet. Pur essendo una realtà locale siamo tra i primi tour operator a livello nazionale e quindi abbiamo grosse possibilità di crescita ma occorre una gestione oculata e lungimirante, se stamattina siamo qui – dichiara a Umbria24 durante il presidio – è perché crediamo che la InViaggi possa salvarsi».

I sindacati: video

La protesta L’iniziativa arriva dopo che nei giorni scorsi era stata ufficializzata la messa in mobilità per 35 lavoratori del gruppo sui 44 totali. Una decisione contestata dagli stessi lavoratori e poi presa in considerazione anche dalle sigle sindacali che a quel punto hanno iniziato una serie di trattative. Trattative che poi sono sfociate nell’iniziativa di martedì mattina. Aprendo la procedura di licenziamento collettivo, l’azienda nelle settimane passate aveva parlato di ristrutturazione propedeutica al rilancio, ma la replica dei sindacati non si era fatta attendere e le due sigle rappresentate sono tornate a ribadire quanto già espresso con bandiere e striscioni sui quali si legge ‘Nuova destinazione: tutti a casa’.

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Le soluzioni Filcams «Aspettiamo l’ufficialità su una serie di passi avanti che abbiamo cercato di fare con l’azienda – ha spiegato Matteo Lattanzi della Filcams Cgil – ma che non hanno portato a soluzioni. Di ufficiale al momento c’è solo l’apertura della mobilità per 35 lavoratori su un totale di 44, il che significa chiudere ad ogni speranza di rilancio dell’azienda perché con solo 9 persone sarebbe impossibile andare avanti. Noi abbiamo messo sul tavolo una serie di aperture all’azienda, con una serie di sacrifici dei lavoratori che arriverebbero ad abbattere il numero degli esuberi. Non vogliamo licenziamenti coatti».

La posizione Uiltucs In campo anche la Uiltucs. «Dalla Regione – spiega Massimiliano Ferrante – ci aspettiamo di riuscire a trovare una soluzione per abbassare la quota degli esuberi previsti. Tra l’altro stiamo parlando di lavoratori giovani, di cui la maggior parte con famiglie a carico. Nel nostro territorio, che è stato molto colpito dalla crisi, perdere altri posti di lavoro per noi è impensabile. Per questo confidiamo nella Regione che si trovi una soluzione anche nell’ipotesi di arrivare ad ammortizzatori sociali. Tempo fa c’è stato l’ingresso in società di nuovi soci e stiamo verificando il fatto che possano immettere nuovi capitali per ovviare anche alla situazione che si è creata nelle ultime settimane».

@martarosati28

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