Fai per ripensare il piano di raccolta dei rifiuti differenziati per le attività commerciali del centro storico perugino e ti imbatti coi fantasmi delle bollette. E’ quanto emerge dal lavoro presentato in Commissione al Comune dal vicesindaco Urbano Barelli. I fantasmi sarebbero quelle attività commerciali che fino ad oggi avrebbero eluso i precisi pagamenti della bolletta della spazzatura. Barelli lo spiega così: preliminarmente all’avvio del nuovo servizio modificato di raccolta differenziata per le attività commerciali del centro storico «sono state avviate, da parte del Comune e di Gesenu delle verifiche che hanno portato ad individuare 1.056 attività contro le 400 risultanti dal sistema precedente e dall’ipotesi progettuale iniziale, con un aumento percentuale del 264% e un significativo recupero dell’evasione».

Le cifre e la nuova mappatura «E’ stato fondamentale – aggiunge – anche suddividere le varie attività in 6 macroaree merceologiche, al fine di definire, per ciascuna, kit di raccolta, orari e calendario di ritiro dei rifiuti. I ristoranti, pizzerie, bar e pub sono risultati 182, pari al 17,23%; 382 le attività commerciali in genere, escluso gli alimentari (36,17%), 91 i grandi enti, scuole, ospedali, case di cura e banche (8,60%), 29 gli hotel e strutture ricettive (2,75%), 329 gli studi professionali, uffici, associazioni e agenzie, pari al 31,16%, infine, 46 sono i supermercati, alimentari e fori, con una percentuale di 4,09%. «Le nuove modalità di raccolta –ha evidenziato ancora il Vicesindaco- hanno consentito di ottenere un notevole miglioramento della raccolta differenziata da utenze non domestiche, che dal 44% di febbraio 2016, è salita al 75,40% di settembre, facendo registrare nell’ultima settimana dal 18 al 24 di settembre una raccolta complessiva 21.755 kg di differenziata su 28.865 kg di rifiuti, di cui, peraltro, solo 550 kg di frazioni non conformi». A questi dati va ad aggiungersene un altro, messo in evidenza dallo stesso Piro, che è la tracciabilità dei rifiuti.

 

 

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