di Marco Torricelli
Perché un’azienda, peraltro in crisi, che non paga gli stipendi e che poi chiederà il concordato preventivo, compra una moto di grossa cilindrata? Bella domanda. Una delle tante alle quali il tribunale di Terni dovrà cercare di dare una risposta quando, dopo l’estate, si dovrebbe definire la situazione dell’acqua Tione di Orvieto.
Odessa La società che a luglio del 2013 ha assunto il controllo dello stabilimento orvietano, e di quello di Anguillara, nel Lazio, dove si imbottiglia l’acqua Claudia – Odessa appunto, costituita apposta e che aveva rilevato le quote di Sopai, che controllava i due gruppi – aveva alla testa Alessandro Lucrezio, romano di 52 anni e al suo fianco c’erano Paolo Simoni e Ezio Gallo.
La crisi La produzione, alla Tione, è ferma da ottobre e per i 23 addetti diretti, ai quali se ne aggiungono almeno altrettanti dell’indotto, la situazione è drammaticamente sfociata nel blocco dei cancelli per evitare che una linea di produzione fosse smontata e portava via a causa del mancato pagamento alla Deutsche Leasing che lamentava il mancato pagamento delle rate.
Il tribunale Il concordato preventivo veniva da tempo considerato necessario dalla proprietà attuale «per fronteggiare una situazione debitoria che risale alla precedente gestione della società e che non si riesce più a sostenere con la liquidità corrente».
Il pasticcio Interessante, e per certi aspetti illuminante, è a questo proposito la ‘memoria di accompagnamento alla seconda relazione informativa’ che lo studio legale Guicciardi&Sotgiu di Teramo ha inviato il 25 maggio scorso al tribunale di Terni, dal quale era stato incaricato di seguire la vicenda.
La storia Lo studio legale ripercorre la storia: «In data 7 febbraio 2014, la società debitrice chiedeva di essere ammessa alla procedura di concordato preventivo e con decreto del 24 marzo 2014, codesto eccellentissimo tribunale – scrivono gli avvocati – ammetteva la società debitrice alla procedura di concordato preventivo», prevedendo alcuni obblighi informativi.
La memoria Già dalla prima ‘informativa’, inviata il 24 aprile dalla società – nella quale si leggeva che «l’attività d’impresa è ad oggi svolta in regime del tutto ridotto e la manutenzione conservativa degli impianti» e «la produzione limitata all’adempimento delle commesse in essere» – emergevano alcune stranezze non di poco conto.
Lucrezio In particolare, scrive lo studio Guicciardi&Sotgiu, «dall’analisi dei dati aziendali necessaria per la predisposizione del piano, è emerso che il precedente amministratore della società, Alessandro Lucrezio, ha percepito compensi non deliberati dall’assemblea dei soci per complessivi 82mila euro nell’anno 2013 e 3.500 nell’anno 2014 (questi ultimi senza autorizzazione dell’amministratore in carica, facendo uso non autorizzato degli strumenti di accesso all’internet banking ancora in suo possesso)».
La nomina L’amministratore unico, Alessandro Lucrezio, scrivono i legali, «è stato nominato con deliberazione dell’assemblea dei soci del 21 giugno 2013, e in tale data la stessa assemblea deliberava di ‘rimandare ad una prossima delibera assembleare la determinazione del compenso’; successivamente, l’assemblea dei soci del 10 dicembre 2013, nella quale Alessandro Lucrezio interveniva sia quale amministratore unico, sia quale rappresentante dell’unico socio, Società di Partecipazione Investimenti S.p.a., nel prendere atto – tra l’altro – della drammatica situazione finanziaria della società, e della necessità di fare ricorso alla cassa integrazione in deroga per tutti i propri lavoratori, in una situazione in cui la società non è stata in grado di corrispondere regolarmente le retribuzioni dei lavoratori dipendenti, deliberava di ‘stabilire per l’amministratore unico un compenso per l’esercizio 2013 di 95mila lordo, oltre a rimborso delle spese sostenute per il suo ufficio’»
Gli ‘anticipi’ Lucrezio, peraltro e sempre secondo lo studio legale Guicciardi&Sotgiu, «aveva già provveduto ad incassare 70mila euro, come risulta dal relativo mastrino contabile; l’ulteriore somma di 12mila euro, relativa all’anno 2013 è stata percepita, in data 24 dicembre 2013, senza autorizzazione del nuovo amministratore Lucio Leonardi, facendo utilizzo degli strumenti di accesso all’internet banking ancora nella disponibilità del predetto e di Filippo Battaglia».
Le anomalie Ma gli avvocati evidenziano anche che «il verbale dell’assemblea dei soci del 10 dicembre 2013, nel corso della quale sarebbe stata deliberata la corresponsione del predetto compenso, risulta stampato sul libro dei soci della società, invertito, nelle pagine dalla numero 80 alla numero 85, ed è privo di ogni sottoscrizione, sia da parte del presidente (Alessandro Lucrezio), sia da parte del Segretario (Filippo Battaglia), né risulta allegato il foglio presenze da cui risulti la presenza dei sindaci, Andrea Censi e Marco Salvatori».
La moto e gli assegni Alessandro Lucrezio, si legge poi nella relazione, «ha acquistato con risorse della Tione S.r.l. il motociclo Honda NC700D, targa DZ60339, attualmente in possesso del medesimo, che non ha restituito a seguito di richiesta avanzata per le vie brevi; ha emesso, nel periodo in cui lo stesso era amministratore unico della società, numerosi assegni privi di data o postdatati a garanzia di ordini, anche di ingente importo, effettuati dalla Tione S.r.l.; assegni portati all’incasso, in alcuni casi, dopo il deposito del ricorso per l’ammissione alla procedura di concordato».
I contratti Nel frattempo, scrivono gli avvocati, «senza autorizzazione dell’amministratore della Tione S.r.l. e senza previamente riferire al medesimo, risulterebbe aver sottoscritto un contratto di esclusiva in favore di High Potentiality Beverage S.r.l. relativamente ai prodotti della Acqua Claudia S.r.l., senza alcun serio corrispettivo in favore di quest’ultima. La High Potenziality Beverage S.r.l. è anch’essa amministrata da Alessandro Lucrezio, e dallo stesso controllata indirettamente attraverso Società di Partecipazione Investimenti S.p.a.; ha altresì affermato in rapporti commerciali, sempre nella qualità di amministratore della High Potentiality Beverage S.r.l., di godere dell’esclusiva, per alcuni mercati, della commercializzazione dell’acqua minerale Tione S.r.l.; la High Potentiality Beverage S.r.l., ovviamente, pur avendo fatto uso del marchio Tione, non ha mai corrisposto alla Tione S.r.l. alcun compenso; ha conferito incarichi per consulenze, sia quale amministratore della Acqua Claudia S.r.l., sia quale amministratore della Tione S.r.l., per importi ingenti, senza alcuna seria controprestazione».
I pagamenti Lo stesso Alessandro Lucrezio, nel periodo «intercorrente tra la nomina del nuovo amministratore Lucio Leonardi (in data 18 dicembre 2013) e la consegna al medesimo dei dispositivi per l’accesso all’internet banking (in data 12 febbraio 2014) – secondo la relazione dei legali – ha disposto, tra l’altro, i seguenti pagamenti relativi a debiti di Acqua Claudia S.r.l., senza alcuna preventiva autorizzazione o comunicazione al nuovo amministratore: 11.655 euro, in data 2 gennaio 2014, per saldo stipendi ottobre 2013 per conto Acqua Claudia S.r.l.; 2.000 euro, in data 8 gennaio 2014, così contabilizzati: ‘pg x conto acqua claudia lucrezio’; 6.000 euro, in data 14 gennaio 2014, così contabilizzati: ‘Giroconto – pg in nome e x conto acqua claudia Lucrezio’» e altri ancora.
Uno strano giro di soldi La circostanza più preoccupante, secondo lo studio Guicciardi&Sotgiu «emersa a seguito dei controlli contabili necessari per la predisposizione del piano e della asseverazione, è che tra il 3 giugno 2013 ed il 27 dicembre 2013, Tione S.r.l. ha sostenuto spese per conto di Acqua Claudia S.r.l. per un totale di un milione 132.890,84 euro, avendo come unica partita in avere, nel medesimo mastrino contabile, l’importo di 229,90 euro. In particolare, dal medesimo mastrino contabile risulta che in data 30 settembre 2013 sono stati eseguiti in favore di Acqua Claudia S.r.l. ‘giroconti’ per complessivi 733.350,61 euro. Dal momento peraltro che dette scritturazioni, per quanto attiene all’anno 2013, non sembrano coincidere con i movimenti bancari evincibili dagli estratti conto forniti dalla Banca, nei quali non vi è traccia dei flussi finanziari sopra descritti, occorrerà svolgere ulteriori approfondimenti sulla natura e sulle finalità delle stesse».
Operazioni non verificabili Insomma, concludono i legati: «Stante l’attuale indisponibilità della contabilità di Acqua Claudia S.r.l., Tione S.r.l. non è oggi in grado di ricostruire con esattezza come dette risorse siano state impiegate dalla propria controllata, né è ad oggi in grado di riferire con maggiore dettaglio sulle complessive operazioni reciproche. Infine è emerso che il precedente amministratore ha emesso numerosi assegni post-datati a garanzia degli ordini effettuati dalla società tra il giugno e il dicembre 2013, alcuni dei quali restituiti protestati dalla banca emittente (Cassa di risparmio di Orvieto). Come risulta dalla denuncia querela depositata, si è potuto constatare che la sottoscrizione di almeno uno di detti assegni non corrisponde né a quella del precedente amministratore né a quella dell’attuale».