Un'assemblea di fine 2016 dei lavoratori di Spoleto

di Chiara Fabrizi

Raffica di scioperi e manifestazioni. Saranno altri due giorni ad alta tensione quelli che si apprestano a vivere i lavoratori del Gruppo Novelli che martedì hanno definito le contromisure per il rifiuto alla vendita espresso al ministero dello Sviluppo economico (Mise) da Ferdinando ed Enzo Novelli contrari a cedere le proprie quote all’azienda iGreco della famiglia Greco di Cariati (Cosenza) che in Calabria è proprietaria di alcune cliniche. Nella tarda serata di martedì si sarebbe aperto uno spiraglio con Ferdinando, mentre Enzo a notte fonda è intervenuto con una nota: «È improbabile che i soggetti in questione siano in grado di garantire la continuità aziendale e i livelli occupazionali». Ma andiamo con ordine.

Raffica di scioperi e manifestazioni A Spoleto a margine del confronto con le organizzazioni sindacali si è stabilito di indire due ore di sciopero a turno per mercoledì che saranno impiegate per presidiare dalle 12.30 alle 16.30 le abitazioni dei Novelli. Un’analoga iniziativa è già stata compiuta lunedì sera e ripetuta martedì dagli operai che con bandiere e trombe e voce hanno manifestato sotto casa di Ferdinando ed Enzo Novelli che hanno respinto l’offerta dell’azienda calabrese, a differenza di Torquato Novelli che invece avrebbe dato la propria disponibilità. Ai blitz degli operai, su cui come sempre vigilano gli uomini del commissariato, si somma il corteo programmato per giovedì mattina quando i lavoratori dello stabilimento di Sant’Angelo in Mercole sfileranno in via Pietro Conti bloccando simbolicamente il traffico anche per sensibilizzare la città sulla trattativa.

Tavolo tecnico al Mise Non è al momento noto se a Spoleto convergeranno anche i lavoratori di Terni e Amelia o se la mobilitazione si consumerà nei territori di appartenenza. Intanto giovedì è anche in programma un nuovo summit al Mise. Al tavolo tecnico a cui dovrebbero partecipare soltanto rappresentanti istituzionali e sindacati, anche se la speranza di tutti è che nelle prossime ore si registrino novità sostanziali sulla delicata operazione che coinvolge 500 lavoratori. Martedì in consiglio comunale sulla vicenda si è espresso anche il sindaco Fabrizio Cardarelli: «La stiamo seguendo da vicino con le altre istituzioni, sappiamo che c’è stata una brusca interruzione delle trattative che sta comportando il rinvio della vendita speriamo per poco. C’è stata – ha detto il primo cittadino di Spoleto – un’ulteriore richiesta di approfondimento da parte della famiglia Novelli che getta i lavoratori in un comprensibile stato di agitazione».

Apertura di Ferdinando Novelli Durante la protesta di martedì sera sotto casa dei due fratelli Novelli contrari all’operazione i lavoratori sono stati raggiunti telefonicamente dai rappresentanti sindacali che li hanno informati di come direttamente dal Mise fossero arrivate rassicurazioni sul dietrofront di Ferdinando che attraverso il proprio legale si sarebbe detto pronto a firmare per la vendita. Se l’indiscrezione fosse confermata al pari della stessa disponibilità di Torquato, l’azienda calabrese potrebbe già rilevare oltre il 60 per cento circa del Gruppo. Le restanti quote sono in mano agli eredi di Luigi Novelli (1,5 per cento) e soprattutto a Enzo Novelli che detiene più del 30 per cento.

Enzo Novelli: «Difesa occupazione e continuità è improbabile» Proprio lui intorno alle 2 della notte tra martedì e mercoledì ha diffuso una nota ufficiale: «Con stupore si apprende da un comunicato del Mise che l’attuale situazione di stallo è attribuita in via esclusiva al comportamento dei soci per non aver accolto la richiesta di cessione  delle partecipazioni a un prezzo simbolico in favore di due società, ossia Fattorie Greco srl e Phoenix srl, la prima costituita nel 1998 con capitale sociale di  10.328 euro e ultimo bilancio depositato relativo all’esercizio 2014 mentre la seconda costituita nel 2011 con capitale sociale di 10 mila non interamente versato e ultimo bilancio depositato relativo all’esercizio 2013». Enzo Novelli poi entra nel merito: «Già questi dati avrebbero dovuto indurre il Mise a dover svolgere il relativo, necessario e indispensabile controllo, risultando improbabile che i soggetti individuati possano essere in grado di garantire la continuità aziendale ed il mantenimento dei livelli occupazionali. Il Mise non riferisce, forse perché non informato dall’attuale Cda in carica da prima della presentazione della proposta di concordato, che i soci hanno inutilmente richiesto informazioni puntuali su coloro che avevano manifestato interesse a sostenere l’operazione. Si chiedono peraltro i soci, legittimamente, se e quali richieste siano state inoltrate al tribunale fallimentare da parte dei commissari giudiziali per informare detto organo degli sviluppi e mutamenti della procedura concordataria, attesa anche l’assenza del tutto ingiustificata dei commissari giudiziali all’incontro del 28 novembre per effetto della mancata convocazione degli stessi. Ci si chiede se è lecito esercitare una pressione verso i soci e, soprattutto, influenzare l’opinione pubblica attraverso un’informazione non corretta. Sarebbe opportuno, anzi necessario, che ciascuno degli attori della vicenda si assuma la responsabilità e non lasciare apparire che questa sia riferibile in via esclusiva ai soci».

M5s Sulla vicenda è intervenuto anche il M5s con una nota congiunta condivisa dai gruppi di Spoleto, Terni e Amelia: «La situazione attuale dell’azienda, come più volte dichiarato dall’attuale Cda, è di forte crisi economica tanto che gli amministratori rendono noto che non ci sono nemmeno i soldi per pagare le mensilità. Dopo quattro anni di sacrifici  arriva in extremis un’offerta pronta a farsi carico dei 120 milioni di euro di debiti e a dare continuità a tutti gli asset del Gruppo Novelli. Di fronte a tutto ciò, la famiglia Novelli si prende il lusso di negare quella che sulla carta rappresenta, ad oggi, l’ultima spiaggia sia per l’azienda sia per i lavoratori. Ci si chiede quali siano i motivi effettivi di questa scelta (se vogliamo irresponsabile) che rischia di mettere in ginocchio numerosi nuclei familiari ed un territorio come quello Spoletino, Ternano e Amerino già in forte crisi occupazionale. Arrivati a questo punto, siamo a chiedere un passo indietro ai due fratelli Novelli per dar modo a 500 famiglie di continuare a lavorare e vivere dignitosamente, e allo stesso tempo, però, auspichiamo che la parte acquirente presenti a breve, e non solo a parole come esposto in parte al tavole del Mise, il suo piano industriale».

@chilodice

 

 

3 replies on “Novelli, raffica di scioperi e manifestazioni. Enzo: «Ecco cosa non quadra sulla vendita»”

  1. Se quanto dicono i Novelli e’ vero come si puo’ cedere a due gruppi con il capitale sociale degno di un idraulico ? Da quando leggo sulla vicenda non c’e’ stata nessuna dichiarazione del MISE ma solo dichiarazioni di pancia di gruppi politici o sindacali che vogliono cavalcare l’onda della preoccupazione dei lavoratori

  2. Ma rileggetevi il significato di “concordato in continuità” e poi valutate come sta andando a finire questa operazione bancaria a danno dei soci e dei dipendenti….altro che, un altro pezzo di storia se ne va da Spoleto in mano di chi non si sa bene…anzi solo uno stupido non lo intuisce.
    BPS DOCET…
    https://it.wikipedia.org/wiki/Concordato_preventivo

  3. Una domanda sorge spontanea;

    PERCHE I SINDACATI NON CHIEDONO, con la stessa passione e grinta, IL PIANO INDUSTRIALE AI “SALVATORI DELLA PATRIA” (greco, società calabrese) E AL CDA INVECE DI FAR PROTESTARE E FAR SCIOPERARE I LAVORATORI AL FREDDO, PEGGIORANDO COSI LA SITUAZIONE DELL’AZIENDA. Sembra che LA FAM. NOVELLI DOPO UNA VALUTAZIONE DI TALI GARANZIE SAREBBE DISPOSTA A METTERE LA FIRMA ALLA CESSIONE DELLE QUOTE.

    Non vi sembra la cosa più veloce, facile e meno indolore???

    SINDACATI NON GIOCATE CON LA PELLE DEI LAVORATORI !!!!!!!!!!!

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