«Serve al più presto la riapertura del tavolo ministeriale per verificare tutti gli impegni presi dalle parti in causa». Questo l’appello lanciato dalle segreterie territoriali e regionali di Filtem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil che in una nota alzano l’attenzione sui prossimi sviluppi che potrebbe prendere la vicenda che riguarda il futuro della Sgl-Elettrocarbonium. Anche perché nel frattempo c’è stato un aggiornamento che «ha gettato nello sconforto sia i lavoratori, una sessantina, che da giugno erano rientrati al lavoro, sia gli altri quaranta che erano in attesa di rientrare, alcuni dei quali già senza più ammortizzatori sociali».

La telefonata «Con la scadenza al 31 dicembre appena trascorso – scrivono le segreterie in una nota – la vicenda Sgl-Elettrocarbonium è giunta ad una fase molto critica tanto che la multinazionale tedesca in liquidazione ha intimato ad Elettrocarbonium di lasciare la fabbrica nei prossimi venti giorni, non prima di aver fermato i forni e tutte le altre apparecchiature riavviate solo l’estate scorsa. La proroga di tre mesi per portare avanti la trattativa che alla fine dell’anno trascorso sembrava cosa fatta non pare essere più perseguibile».

La notizia «Questa notizia – proseguono le sigle – giunta nella serata del 4 gennaio ha gettato nello sconforto sia i lavoratori, una sessantina, che da giugno erano rientrati al lavoro, sia gli altri quaranta che erano in attesa di rientrare, alcuni dei quali già senza più ammortizzatori sociali. Come sindacato non ci siamo mai addentrati nella trattativa tra privati. Certo è che ci sarebbero vantaggi per entrambe le aziende nell’effettuare la cessione del sito produttivo. Da una parte la Elettrocarbonium diventando ufficialmente proprietaria degli impianti e delle aree, godrebbe di maggiori agibilità finanziarie, di contro la Sgl con la continuità produttiva, garantita da Elettrocarbonium, non dovrebbe affrontare una radicale quanto costosa bonifica del sito narnese».

La storia Solo pochi mesi fa era stata espressa soddisfazione dopo la scelta, che i sindacati definiscono «scellerata», di Sgl di mettere in liquidazione la fabbrica per chiuderla definitivamente, quando si era palesato un solo soggetto imprenditoriale, la Morex, che, dopo essere stato giudicato credibile sia dal Mise, sia da Sgl, aveva preso in comodato d’uso l’azienda per farla ripartire. Comodato d’uso con scadenza a maggio poi prorogato a dicembre 2015.

Al Mise Sempre al ministero sia Sgl sia Morex si erano presi degli impegni per condurre in porto la cessione degli impianti e delle aree in modo definitivo. Anche le Istituzioni locali e lo stesso ministero si erano impegnati, nel rispetto delle norme, ad agevolare l’avvio della nuova azienda. «Giunti invece a questo drammatico punto – intervengono i sindacati – ai lavoratori ed al sindacato viene da fare una domanda: ma tutti gli impegni presi al Mise, dalle aziende, dal ministero e dalle istituzioni, che fine hanno fatto? E’ il caso di ricondurre la vicenda lì dove questa ha avuto inizio, ossia a quel tavolo  ministeriale attivato al momento dello scoppio della vertenza e, elenco alla mano, verificare che  tutti gli impegni che le parti in causa si erano presi, siano poi stati perseguiti».

Questo contenuto è libero e gratuito per tutti ma è stato realizzato anche grazie al contributo di chi ci ha sostenuti perché crede in una informazione accurata al servizio della nostra comunità. Se puoi fai la tua parte. Sostienici

Accettiamo pagamenti tramite carta di credito o Bonifico SEPA. Per donare inserisci l’importo, clicca il bottone Dona, scegli una modalità di pagamento e completa la procedura fornendo i dati richiesti.