La protesta degli operai della Ims (Foto Fabrizi-U24)

di Chiara Fabrizi

Il piano di rilancio delle Industrie metallurgiche di Spoleto, ex-Pozzi, è pronto. E venerdì il dg dello stabilimento di Santo Chiodo Massimo Santoro e l’ad del Casti Group Maria Elena Affri lo hanno presentato a palazzo Cesaroni.  Per il momento intorno al contenuto dell’atteso documento vige il massimo riserbo. Anche se, a quanto pare, gli amministratori regionali avrebbero accolto positivamente le strategie inserite nel piano industriale del polo metallurgico che occupa oltre 300 operai. Quello che però sembra essere piuttosto certo è che per il momento la ventilata ipotesi di spostare da Spoleto una delle due linee produttive, ghisa o alluminio, per concentrarsi solo su una lavorazione non è stata messa nero su bianco dai vertici del gruppo varesino.

Sostegno finanziario Ad aver assorbito gran parte del confronto sono state, per forza di cose, questioni di natura finanziaria. La Regione infatti all’inizio del mese aveva già incontrato i dirigenti del Casti Group garantendo di voler fare la propria parte. Che tradotto vuol dire mettere al servizio delle esigenze della Ims alcuni strumenti pubblici, primo fra tutti l’intervento di Gepafin spa, la finanziaria di cui la Regione è socio di maggioranza. L’istruttoria era già stata aperta nelle scorse settimane e a quanto pare nei prossimi giorni potrebbe subire un’accelerazione.

Livelli occupazionali Del futuro dei lavoratori venerdì non si sarebbe parlato granché. Prima ci sarebbero da sciogliere altri nodi, come quello finanziario per l’appunto, e poi si potrà davvero capire cosa ne sarà dei 300 operai che dal 29 agosto sono in cassa integrazione ordinaria e degli altri lavoratori i cui contratti a termine sono scaduti da un pezzo. Lavorano a rotazione da settembre, gli stipendi arrivano sempre con un paio di settimane di ritardo e soprattutto le tredici settimane di cassa ordinaria sono quasi arrivate a scadenza. La paura che aleggia neanche tanto velatamente tra i reparti della Ims resta quella di arrivare alla fine della cassa per poi vedersi attivato un nuovo strumento di integrazione salariale, la cassa straordinaria.