La protesta di venerdì mattina degli operai (Foto Fabrizi-U24)

di Chiara Fabrizi

Dal tavolo tra istituzioni regionali, comunali e proprietà arrivano rassicurazioni. La proprietà conferma la valenza strategica delle Industrie metallurgiche spoletine e ribadisce la volontà di rimanere sul territorio. Tuttavia per gli operai, ancora schierati davanti ai cancelli dello stabilimento, si tratta dell’ennesimo incontro da cui non esce alcuna certezza per il loro futuro. Poche ore dopo il blocco stradale di venerdì mattina, torna a salire la tensione tra gli operai.

Le istituzioni Da palazzo Donini a margine dell’incontro esce una nota stampa congiunta dai toni piuttosto rassicuranti. «La Ims risente della crisi – si legge – che colpisce l’edilizia e l’automotive di cui l’azienda spoletina è fornitrice. Di qui l’attivazione della cassa integrazione ordinaria avviata le scorse settimane (il 29 agosto, ndr). L’azienda però – prosegue il documento – ritiene strategici gli stabilimenti, anche per possibili sviluppi che possono derivare da produzioni ad alto contenuto tecnologico e sulle quali l’azienda ha di recente investito». Fin qui le garanzie. «La presidente Marini ha ribadito l’attenzione delle istituzioni regionali e locali per il consolidamento e lo sviluppo del gruppo a Spoleto, rimarcando la disponibilità a supportare il gruppo, con il coinvolgimento delle agenzie regionali, per rafforzare la presenza sul territorio e facilitare i processi di sviluppo anche con riferimento a contingenze immediate». A quanto trapela la Regione sarebbe pronta a mettere a disposizione del Casti Group alcuni strumenti finanziari in grado di supportare l’azienda in questo particolare momento. Ma di più per il momento non è dato sapere.

LA PROTESTA DI VENERDI’ MATTINA

Tensione tra gli operai Se a Perugia le rassicurazioni fornite dal gruppo sono bastate agli amministratori per tirare un sospiro di sollievo, a Spoleto e nello specifico tra gli operai la reazione è stata completamente diversa. Nell’assemblea improvvisata nel parcheggio della fabbrica, dopo che per diversi minuti i lavoratori avevano provato senza successo e per via del forte acquazzone a farsi aprire le porte dello stabilimento per riunirsi in una sala interna, si è registrata una certa tensione. I rappresentanti sindacali hanno riferito al centinaio di tute blu che protestava dalle prime ore del mattino la posizione espressa al tavolo perugino dai vertici del gruppo. Posizione che, per i lavoratori, è del tutto simile ad altre registrate in questo ultimo mese. A loro avviso insomma non ci sarebbe alcuna novità e quindi nessuna certezza. Continuano a ribadire di non sapere cosa ne sarà del loro posto di lavoro una volta che le tredici settimane di cassa ordinaria giungeranno a scadenza. «A fine novembre – si domandano in molti – cosa succederà? Torneremo tutti a lavoro? Tutti e trecento?».

Piano di ristrutturazione Come era già stato detto nelle scorse settimane i vertici dell’azienda sono impegnati nella redazione di un piano di ristrutturazione che dovrà ridisegnare l’assetto del gruppo industriale e quindi fornire nuovi e sicuri elementi sul futuro dell’azienda e quindi dei lavoratori. Nell’incontro di venerdì la proprietà ha spiegato che entro la fine del mese il cruciale documento dovrebbe essere pronto per essere presentato e discusso con le parti.

Prossimi incontri Un nuovo confronto tra la Regione e i sindacati, probabilmente per dettagliare meglio l’incontro di venerdì, dovrebbe essere programmato per i primi giorni della prossima settimana. Martedì o mercoledì i rappresentanti dei lavoratori torneranno a parlare con l’assessore Vincenzo Riommi e il giorno seguente riferiranno agli operai eventuali nuovi dettagli.