Innalzata la misura della componente fissa del canone dovuto dai titolari di concessione a 42 euro per ogni chilowatt di potenza nominale media annua, in sostituzione dei 40 euro previsti. Tale disposizione determinerebbe un ammontare massimo di entrate rivenienti annualmente dalla componente fissa del canone di euro 10 milioni 564mila 861 e tale disposizione determina una maggiore entrata annua a regime di euro 2 milioni 233mila 713. Introdotta la disposizione finalizzata a destinare una quota delle entrate derivanti dalla
componente fissa dei canoni ai Comuni territorialmente interessati dagli impianti di grande derivazione. Viene quindi stabilito che dal 2024 le risorse da trasferire annualmente ai Comuni territorialmente interessati dagli impianti è pari al 35 per cento delle entrate relative alla componente fissa dei canoni previsti in bilancio. Queste alcune delle disposizioni approvate dalla Seconda commissione regionale che ha altresì accolto la proposta di modifica a firma Thomas De Luca (M5s) e Andrea Fora (Patto civico) che stabilisce che nella distribuzione delle entrate da canoni concessori dovranno essere ricompresi anche tutti i Comuni in cui sussistono opere idrauliche funzionalmente collegate ai grandi impianti e che ne costituiscono parte integrante.
Innalzati canoni di concessione «Le risorse dell’idroelettrico – commenta De Luca – andranno così finalmente anche a Vallo di Nera, Scheggino, Ferentillo, Arrone, Montefranco, Poggiodomo, Polino, Sant’Anatolia di Narco, Monteleone di Spoleto. Garantire un’equa ripartizione degli introiti incamerati dalla Regione Umbria grazie ai canoni concessori dell’idroelettrico è una delle battaglie che a livello locale il Movimento 5 Stelle non ha mai avuto paura di combattere. Grazie al sub emendamento presentato assieme a Fora, e sottoscritto in seguito dalla Seconda commissione, anche ai comuni della Valnerina e dell’Orvietano verrà corrisposta la quota dei canoni di concessione applicati alle grandi derivazioni idroelettriche e incassati dalla Regione, così come definito dalla nuova legge sulla disciplina dell’assegnazione. Dopo tre anni di fiato sul collo, aumenta la quota che la Regione dovrà cedere ai comuni interessati. Con tre anni di ritardo, a causa delle lotte intestine al centrodestra, la Regione Umbria recepirà finalmente le misure del governo Conte approvate nel 2018 con il Decreto Semplificazioni. Un ringraziamento ai consiglieri Michele Bettarelli e Vincenzo Bianconi che hanno sostenuto insieme a noi questa battaglia sin dall’inizio».