I lavoratori della ex Merloni (foto archivio)

«Il governo rimane consapevole degli sforzi e degli impegni da assumere per condurre a un esito positivo la vicenda e pertanto continuerà a seguire con la massima attenzione l’evolversi della situazione». A parlare è il sottosegretario allo Sviluppo economico Teresa Bellanova a una settimana esatta dall’annuncio, da parte della JP di Giovanni Porcarelli, della volontà di licenziare 400 lavoratori su 684; procedura di mobilità ritirata giovedì durante l’incontro al Ministero dello sviluppo economico. I problemi però non finiscono dato che il progetto di rilancio degli stabilimenti della ex Merloni ha bisogno di gambe, ovvero di soldi da parte del sistema creditizio.

JP RITIRA I LICENZIAMENTI

Bellanova in aula Il viceministro ha parlato della situazione in aula rispondendo a un’interrogazione urgente presentata alla Camera dalla deputata umbra Tiziana Ciprini (M5S): «Ho apprezzato – ha detto Bellanova – l’annuncio dell’azienda di aver accolto l’invito del governo, avanzato al termine dell’incontro che avevo convocato con le istituzioni regionali e locali, al ritiro della procedura di mobilità per i 400 lavoratori interessati. Tale decisione ci consente di affrontare con maggiore serenità e allo stesso tempo in maniera più approfondita una questione ancora molto complessa». Durante gli incontri degli ultimi giorni «abbiamo stabilito – spiega sempre Bellanova – un percorso di supporto istituzionale volto in primo luogo alla tutela dei posti di lavoro dei dipendenti della JP coinvolti nelle procedure di mobilità e, parallelamente, ad attivare un confronto con gli istituti di credito interessati alla vicenda al fine di verificare la sostenibilità del piano industriale dell’azienda».

L’ANNUNCIO DI PORCARELLI: «400 IN MOBILITÀ»

Nodo banche E proprio sul fronte della transazione con gli istituti di credito, il viceministro ha sottolineato che ancora JP non lo ha sottoscritto e che su questo come sugli investimenti necessari da parte delle banche il confronto andrà avanti. All’inizio di settembre, ha annunciato poi Bellanova, il Ministero convocherà un «tavolo di confronto con il partenariato sociale e l’azienda». «Il programma di investimenti produttivi e di ricerca e sviluppo proposto dalla JP – ha detto ancora -, finalizzato alla sua riqualificazione produttiva ed all’ampliamento della sua gamma di prodotti è già stato valutato, in ragione delle agevolazioni, dal Ministero che ha peraltro confermato la propria disponibilità a formalizzare un Accordo di programma con le Regioni Marche e Umbria, allo scopo di promuovere il progetto con risorse finanziarie pubbliche per 24 milioni di euro, fatta salva la dimostrazione della disponibilità, da parte dell’acquirente delle ulteriori risorse finanziarie private, necessarie per la realizzazione del progetto di sviluppo nel suo complesso». Insomma, per i lavoratori e le loro famiglie la strada è ancora lunga ma, almeno, è stata sgombrata dal macigno dei licenziamenti.

L’INCONTRO CON LE ISTITUZIONI

Ciprini Ricordando come il M5S avesse già previsto uno «scenario a tinte fosche» per la JP, Ciprini nella sua replica ha detto che «al momento, il Mise parla di aiuto limitandosi a prorogare di due anni la cassa integrazione, ma il tavolo di confronto con il partenariato sociale e l’azienda è previsto solamente agli inizi di settembre. In risposta alla mia interpellanza però – osserva la deputata -, non fa sapere quali iniziative intenda intraprendere il Governo, al fine di favorire un confronto tra i creditori e JP per l’erogazione della liquidità necessaria per accedere all’accordo di programma di reindustrializzazione».

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