Con il nuovo forno di riscaldo bramme, che ha sfornato il primo semilavorato questa settimana, in anticipo rispetto ai tempi previsti, Arvedi Ast chiude per certi versi un anno memorabile.

Walking beam Il nuovo forno rappresenta l’investimento più importante per lo stabilimento negli ultimi trent’anni. L’impianto è di fondamentale importanza per il processo produttivo, sia per il suo impatto sulla qualità del prodotto sia per il contributo alla riduzione delle emissioni di CO₂. Realizzato con le tecnologie più innovative per la riduzione dei consumi di metano e delle emissioni in atmosfera ed è in grado di garantire le migliori performance in termini di qualità del prodotto. “Un risultato – commentano dai piani alti di viale Brin – reso possibile grazie all’impegno e alla competenza delle persone coinvolte, e al lavoro coordinato con i tecnici di Tenova, Immobiliare Raffaella, il team del Treno a Caldo e l’ente Nuovi Impianti di Arvedi Ast. Questo ulteriore grande passo conferma gli impegni del Cavaliere Giovanni Arvedi per il rilancio del sito siderurgico ternano, orientato al rafforzamento della competitività e allo sviluppo sostenibile dei processi”.

Arvedi-Ast Mantenendo fede agli impegni, pur nelle difficoltà strutturali del settore siderurgico, dopo aver già nel 2024 raddoppiato gli utili rispetto all’anno precedente, Arvedi nel 2025 ha centrato, con questo investimento da 50 milioni di euro, un obiettivo estremamente significativo. L’avvio del forno era prevista per la prossima primavera, invece il gruppo operativo ha garantito tempi record di realizzazione. Lungo 47 metri e largo 11,4 metri, ha una temperatura operativa che supera i 1.300 gradi, con bruciatori moderni e la predisposizione ad alimentazione a idrogeno, è pensato per ridurre al minimo le emissioni di ossidi di azoto e dare la necessaria spinta alla produzione di acciaio.

Acciai speciali Terni Ma il 2025 è anche l’anno della sottoscrizione dello storico Accordo di programma, dopo tre anni di rinvii. Un’intesa che nel Piano economico-finanziario prevede un investimento complessivo di 1.132 milioni di euro, suddiviso in due fasi: prima fase (2022-2028): investimenti per 557 milioni di euro, destinati a interventi di efficientamento energetico, sicurezza ambientale e riqualificazione degli impianti. Seconda fase: investimenti per 573 milioni di euro, con focus sulla produzione di acciaio elettrico e magnetico a bassa impronta di carbonio. Decisivo, per la firma, l’impegno della Regione Umbria a valutare forme di gestione mista pubbico-privata per le concessioni energetiche, al fine di ridurre i costi per l’energivora di viale Brin.

Rottami E se il 2025, per gli aspetti produttivi, occupazionali e finanziari, è sicuramente un anno da ricordare, per il polo siderurgico ternano si apre ora un ulteriore opportunità con la legge di bilancio del Governo. Un emendamento di Fratelli d’Italia alla manovra prossima al voto in aula introduce infatti un contributo a favore delle imprese che utilizzano rottami di acciaio inossidabile. “Al fine di favorire la decarbonizzazione e ridurre l’importazione di semilavorati di acciaio inossidabile ad elevata impronta di carbonio dal continente asiatico, prodotti con materie prime e processi industriali altamente inquinanti, e promuovere la produzione basata sul riciclo di rottame, ai soggetti che nel periodo dal 1° gennaio 2026 al 31 dicembre 2027, producono acciaio inossidabile utilizzando prevalentemente rottami inossidabili e materiali di riciclo è riconosciuto, un contributo, nel rispetto del limite di spesa pari a euro 35 milioni per ciascuno degli anni dal 2026 al 2028.
Il contributo – è indicato – è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i costi operativi connessi alla produzione di acciaio inossidabile, a condizione che tale cumulo non determini una sovracompensazione.

Incentivi Una misura che il senatore umbro di FdI Franco Zaffini illustra come “la volontà di rilancio del polo siderurgico di Terni da parte del governo. Un messaggio forte di rilancio dell’economia nazionale che, proprio in Umbria, nella città di Terni, vede un esempio di come rafforzare la competitività delle imprese italiane anche nei confronti delle pressioni comunitarie che spesso rischiano di danneggiare i nostri asset strategici e svilire la nostra industria nazionale dell’acciaio. Voglio per questo motivo – dichiara – ringraziare il ministro Urso e attraverso di lui il Ministero delle Imprese e del Made in Italy per gli impegni assunti già lo scorso giugno con la firma dell’Accordo di programma per Acciai Speciali Terni; impegni che, anche con lo stanziamento di 105 milioni in tre anni per i produttori di acciaio green che nel processo produttivo utilizzano il recupero di rottame ferroso, riguarda la prima azienda della nostra Regione e la sua vocazione verde”.

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