Farabbi e Ricci con i responsabili di Israir

di Ivano Porfiri

L’aeroporto di Perugia è tra i 26 «di interesse nazionale». Dopo l’Atto di indirizzo del 31 dicembre 2012 dell’ex ministro Passera, è scritto nero su bianco anche nella bozza del ‘Piano nazionale degli aeroporti’, anticipata dall’Agi, che il ministero dei Trasporti sta predisponendo prima che venga presentata in Consiglio dei ministri.

Il Piano nazionale La bozza conferma gli indirizzi di Passera. Nel Piano sono 11 gli scali strategici: Venezia, Bologna, Pisa-Firenze, Roma Fiumicino, Napoli, Bari, Lamezia Terme, Catania, Palermo, Cagliari. Sono 26, invece, quelli «di interesse nazionale»: Linate, Torino, Bergamo, Genova, Brescia, Cuneo, Verona, Treviso, Trieste, Rimini, Parma, Ancona, Ciampino, Perugia, Pescara, Salerno, Brindisi, Taranto, Reggio Calabria, Crotone, Comiso, Trapani, Pantelleria, Lampedusa, Olbia, Alghero. Questi ultimi devono rispondere a due requisiti: essere in grado di esercitare un ruolo ben definito all’interno del bacino territoriale con una specializzazione e una vocazione riconoscibile e funzionale al sistema aeroportuale di bacino che il Piano intende incentivare; essere in grado di dimostrare il raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario anche tendenziale e di adeguati indici di solvibilità patrimoniale.

Sase pronta al decollo Intanto la Sase, società che gestisce lo scalo, inizia a pianificare il futuro, alla luce della Concessione ventennale da poco firmata dai ministri dei Trasporti e dell’Economia e che attende la ratifica ufficiale (c’è pressing perché arrivi entro l’estate). Dato che ora si ha l’orizzonte “medio-lungo” si vanno affinando le strategie. I contatti con compagnie aeree e tour operator per elevare l’offerta sono già in pieno corso con alcuni risultati presentati di recente. Ma per affrontare il futuro in modo adeguato è in corso anche una riorganizzazione della società stessa. L’idea è di arrivare al 1 gennaio 2015 con un nuovo assetto, capace di guardare lontano. Non tanto una revisione nei nomi, quanto nei ruoli necessari al decollo dell’aeroporto perugino.

Perugia-Tel Aviv La prima novità nel percorso di crescita è arrivata con la presentazione ufficiale della rotta Perugia-Tel Aviv, avvenuta nella sala conferenze dello scalo introdotta dal direttore Piervittorio Farabbi . Si tratta di un collegamento operato con Airbus A320 da 174 posti della flotta Israir, un tour operator israeliano che promette di portare in Umbria, tra luglio e agosto (primo volo il 5 o il 12 luglio) circa mille turisti da Israele. «I nostri turisti hanno spiegato Isacco Zevi, Inon Dotan e Moshe Talmor – amano molto l’Italia e non conoscono l’Umbria. Ma quando trovano un posto accogliente ci tornano e spendono i loro soldi in shopping e per l’enogastronomia». Insomma, un volo che può portare risorse al turismo umbro. «In Israele non c’è la cultura dell’agriturismo, quando lo abbiamo proposto c’è stato molto entusiasmo», hanno aggiunto. Se il volo andrà bene, il prossimo anno c’è idea di ampliare il numero di mesi, fino magari a renderlo stabile. La rotta è pensata principalmente verso l’Umbria, ma Israir elaborerà anche proposte turistiche per gli umbri che vorranno andare in Terra Santa, se ci saranno dei posti disponibili sui voli (avranno cadenza settimanale, il sabato). «Questo collegamento con la Terra Santa rafforza il legame che già ha Assisi – ha detto il sindaco Claudio Ricci – l’idea è di fare del San Francesco d’Assisi un hub del turismo religioso, mettendoci anche in connessione con Santiago de Compostela attraverso Madrid».

Il commento Soddisfazione del sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali. «Ancora buone notizie per il nostro aeroporto – afferma -. Dopo la convenzione ventennale alla Sase, arriva ora da parte del governo il riconoscimento che lo scalo aereo dell’Umbria fa parte delle aerostazioni definite di interesse nazionale. Questo non solo garantisce ulteriori sicurezze per il futuro, ma è da forte stimolo al varo di un piano strategico di lavoro che si traduca in nuovi vettori, nuove rotte, ulteriori passeggeri. Senza contare che questo ruolo dovrebbe senza dubbio anche funzionare da incentivo per gli investitori privati. Insomma, si è aperta una stagione decisamente interessante, di cui il volo per Tel Aviv è più di un fatto simbolico. Collegare i luoghi del Cristianesimo con una terra di alta spiritualità come l’Umbria è suggestivo, e va oltre il dato meramente turistico. Finalmente stiamo superando le strettoie infrastrutturali che per anni ci hanno penalizzato: merito, questo, anche del lavoro delle istituzioni dell’Umbria e della Sase».

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