di Ester Pascolini

Come ogni anno, sul finire del mese di settembre, Gualdo Tadino torna indietro nel tempo. Da oggi a domenica 24, avranno luogo, infatti, i Giochi de le Porte, rievocazione storica tra le più belle d’Italia. Tre giorni all’insegna del medioevo, con cortei in costume, sbandieratori, tamburini, gare con i somari, tiro con l’arco e tiro alla fionda. Pranzi e cene in taverna, dove assaporare ottime specialità locali, di solito a prezzi popolari, nel centro storico pullulante di gente, tra cui molti turisti, trascinati dagli echi di questa manifestazione giunta, ormai, alla quarantacinquesima edizione.

Il Palio, in onore di San Michele Arcangelo, si è evoluto nel tempo, se si pensa a quella primissima edizione del 1970. Interrotto per alcuni anni e ripreso, in maniera stabile dal 1978 (escludendo due occasioni, il terremoto del 1997 e lo stop a causa del Covid), ha visto crescere, sempre di più, la partecipazione dei cittadini, coinvolti con passione nei comitati delle quattro Porte: San Benedetto, San Donato, San Facondino e San Martino.  Da molti anni ormai, a supervisionare e amministrare la festa è l’Ente Giochi de le Porte. Il presidente, Claudio Zeni, è supportato, nel suo non facile ruolo, da alcuni consiglieri, da una squadra tecnica e da diverse commissioni tematiche.

Se si volesse descrivere l’atmosfera dei Giochi, si potrebbe iniziare dicendo che questi si svolgono a cavallo tra due stagioni, in quel breve frangente in cui l’estate si poggia stancamente sugli albori autunnali. Un giorno fa caldo, un giorno fa freddo, e l’ansia dei portaioli sale pian piano, nel timore che un temporale settembrino o un vento di tramontana possano arrivare a scompaginare i piani elaborati per mesi.

Ogni Porta ha una sede, una taverna, una stalla per gli amati somari. Due priori, un uomo e una donna, guidano le attività e nominano i responsabili delle varie aree e i gruppi di lavoro, organizzati in base al settore di competenza: la stalla, gli arcieri, i frombolieri, i tamburini, la sartoria, il corteo, i carristi, la cucina. Volontari che dedicano il loro tempo a ricreare, stagione dopo stagione, la magia dei Giochi, suggestione della fiera medievale di metà ‘400 rinvenuta nei documenti dell’archivio storico comunale.

Tutto ha inizio il venerdì alle 18, quando i quattro cortei muovono verso la piazza principale. I gualdesi la chiamano la “sfilata dei tavernieri”. È il primo atto della festa. Ciascuno reca in dono alle altre Porte cibo e bevande provenienti dalle proprie taverne. I figuranti indossano abiti medievali e trasportano bracieri fumanti, accompagnati dal profumo delle braciole, delle salsicce, della “barbozza” di maiale, insieme a bruschette, dolci, vino, che verranno poi condivisi con il pubblico in trepidante attesa.  

A far calare il silenzio nella piazza è l’araldo, che grida a gran voce: “Gente de Gualdo e de le castella tutte, udite udite… s’aprono da lo giorno de oggi i Giochi de le Porte”. La piazza accoglie l’annuncio con un boato di gioia, tra canti, balli e brindisi.

Il venerdì procede con un programma molto ricco: alle 21,30 spettacolo degli Sbandieratori, appuntamento immancabile con la maestria e le acrobazie dello storico gruppo gualdese, in attività da ben 45 anni. Subito dopo, un evento di più recente ideazione, ma non per questo meno spettacolare: l’esibizione dei tamburini delle quattro Porte. I gruppi si sfidano in un duello di suoni e coreografie, coinvolgendo il pubblico in un crescendo di ritmi che rivelano l’impegno e la dedizione di questi ragazzi, con performance di anno in anno sempre più originali.

Il sabato sera si vedono i frutti del lavoro corale all’interno delle Porte. A partire dalle 21,30 si apre il celebre corteo storico, con oltre mille figuranti a portare in scena le quatto rappresentazioni tematiche e l’immancabile figura della Bastola, nemica irriducibile della città. I temi di quest’anno alimentano grandi aspettative. San Facondino propone “L’Umbria fertile per le terre ubertose mi ha generato. Paesaggi e folklori umbri nel XV secolo”. San Benedetto invece “La bottega d’arte nel XV secolo”. San Donato si presenta con “Sant’Antonio Abate: il culto e la festa”, e, per finire, San Martino realizzerà “Mappa Mundi di Fra Mauro: strumento della cartografia del ‘400”.

Il corteo è di altissimo livello, ogni singola scena nasce dal lavoro certosino dei volontari: abiti e copricapi incredibili, ideati e cuciti nelle sartorie delle porte; sbalorditive scenografie, realizzate dalle mani sapienti degli artigiani gualdesi. Nulla da invidiare alle grandi produzioni teatrali o cinematografiche nazionali o internazionali. Un patrimonio di competenze che potrebbe essere messo a frutto anche oltre i Giochi de le Porte.

La domenica è il momento clou. Dopo un anno di prove, è ora di dimostrare chi è il più forte. La prima gara è la corsa a carretto, in cui ogni porta corre singolarmente: vince chi realizza il tempo migliore nel percorrere l’anello del centro storico. Poi si procede con il tiro alla fionda e il tiro con l’arco. Infine, la gara più coinvolgente: la corsa a pelo! I quattro somari, guidati dai loro fantini, si sfidano fianco a fianco, correndo lungo l’anello in una competizione avvincente che termina nella piazza principale. L’ultima gara è quella che decreta il vincitore dei Giochi de le Porte, quello che si aggiudica il palio, quest’anno realizzato dall’artista Marco Ercoli. All’improvviso appare nella folla il fantoccio della Bastola, pronto per essere bruciato al centro della piazza. I portaioli danzano intorno al fuoco al ritmo dei tamburi. Il fumo che sale nel cielo annuncia che anche per quest’anno il rito si è compiuto. Per qualche ora ancora si farà baldoria, con la mente già proiettata al prossimo anno.

Lo slogan più famoso della festa è: “Settembre a Gualdo è mejo”. Vi sembra poco credibile? Non vi resta che sperimentarlo, lasciandovi travolgere da questa straordinaria festa di popolo. A Gualdo Tadino, da oggi fino a domenica 24 settembre.

Per il programma completo: https://www.giochideleporte.it/2016/12/21/il-programma/

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