di Mar. Ros.

È buio, fa freddo, c’è nebbia, l’umidità condensata ha fatto crescere ‘capelli d’angelo’ sul soffitto, i cunicoli sono stretti, le scale basse (o del tutto assenti) e attorno nicchie, sassi e sabbia mentre si respira il classico odore di chiuso di un sotterraneo. Manca il terrore nel cuore e sugli occhi, il sussulto ad ogni nuovo fragore, le lacrime, la disperazione, la miseria, la fame. Manca la paura di morire soffocati sotto le macerie al colpo di un nuovo bombardamento. Tutto questo, per fortuna, oggi non c’è più ma lì sotto, quello che ne rimane lo racconta.

TERNI SOTTERRANEA AL RIPARO DA ATTACCHI MILITARI: FOTOGALLERY

Liberazione Nel giorno del 71esimo anniversario dalla liberazione di Terni dall’oppressione nazifascista e dalla guerra siamo nei rifugi antiaerei della città, aperti a tutti per volere di Comune, Isuc, Blob.lgc e il gruppo Grotte pipistrelli del Cai di Terni. Un’iniziativa figlia del protocollo d’intesa, siglato tra le parti, ‘Terni sotterranea. Azioni per lo studio, la tutela e la valorizzazione del patrimonio ipogeo artificiale del ternano’, che ha richiamato ben 215 visitatori, tra curiosi, appassionati di storia e avventurieri della speleologia.

La Storia racconta In questo giorno, 71 anni fa, «mentre gli ultimi reparti dell’esercito tedesco di ritiravano da Terni distruggendo impianti industriali e infrastrutture, un’avanguardia dell’ottava Divisione indiana, raggiunta il 15 giugno dagli scozzesi della sesta Divisione Corazzata provenienti da Narni, si attestava nei pressi di Ponte Romano non potendo entrare nel centro cittadino a causa dei ponti distrutti. Nella notte tra il 13 e il 14 giugno la brigata garibaldina ‘Antonio Gramsci’ entrava in città provenendo da nord-est. Il 14 le truppe alleate, superato il fiume Nera grazie ad un ponte provvisorio, si congiungevano con i partigiani ternani trovando il Comitato di Liberazione nazionale insediato e la giunta comunale provvisoria già operante».

Rifugi aperti In segno di riconoscenza verso partigiani e combattenti alleati che liberarono Terni, la città oggi va a respirare la storia del suo passato. Due i rifugi aperti al pubblico, di proprietà privata, quello di via Carrara (ex carcere cittadino) e quello di palazzo Morelli. «Lì sotto, – raccontano le guide – con delle coperte si stava a riparo dai bombardamenti per lunghissime ore, a volte giorni». I rifugi sotterranei furono realizzati su indicazioni del Ministero degli Interni: lo stato di guerra si annunciava già dalla metà degli anni trenta, per effetto delle politiche coloniali italiane e Terni costituiva senza dubbio un obiettivo importante per il nemico, vista la presenza dell’acciaieria, degli stabilimenti militari e delle centrali elettriche».

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