di M.R.
Se sia stato convocato per il 15 giugno a Terni per la questione del teatro Verdi non lo sa, non ha controllato la corrispondenza di recente; «potrei avere una mail» dice, ma intanto all’idea di essere coinvolto in un nuovo progetto di restauro filologico («come lo interpreto io» sottolinea), l’architetto bolognese Pierluigi Cervellati si entusiasma: «Sono un’anatra a bere», come a dire che si nutre della conoscenza sempre più approfondita dell’ingengnere e architetto ottocentesco Luigi Poletti. Rispetto a chi sostiene che i disegni originari del bene ternano non siano reperibili, Cervellati è pronto a sostenere il contrario e anzi dichiara di avere visionato, durante i suoi studi per per il restauro del teatro di Rimini, anche materiale fotografico relativo al teatro di Terni, reperito nella biblioteca Poletti di Modena. Casomai lo dimostrerà. Questa storia ricorda tanto la contesa tra Tomio e Vezzosi sulla rappresentazione della Cascata delle Marmore da parte di un certo Leonardo Da Vinci.
Teatro Verdi Intanto cervellati si informa se siano iniziati i lavori ma no, il sindaco Bandecchi ha stoppato il cantiere prima che fosse avviato; e cerca di capire se il Comune andrà incontro a richieste di risarcimento danni da parte della ditta e se i progettisti siano già stati pagati, se c’è un direttore dei lavori e altri particolari utili a valutare un suo diretto coinvolgimento nella faccenda. Da tecnico, professionista, studioso e amante del Poletti a Umbria24 comunque intanto dichiara non solo di essere interessato, ma pronto a scommettere che un restauro filologico del bene secondo il progetto del Poletti sia possibile. «Intanto ringrazio il prof Sgarbi che conosco dal 1975; mi definisce un esperto, io lascio giudicare gli altri». Sul risultato finale raggiunto a Rimini, lo stesso progettista non ha lesinato nel tempo critiche; il bagaglio d’esperienza tornerebbe utile.
Poletti Cervellati ad oggi non ha nessun incarico ufficiale, né è riuscito ad avere ancora un contatto diretto con Sgarbi. Ma a ruspe ferme, come ha voluto il primo cittadino dal giorno della sua proclamazione, si ragiona meglio; certo coi finanziamenti legati al Pnrr forse non c’è troppo tempo per arrivare a una decisione definitiva. Proprio per questo già il 15 giugno Bandecchi ha chiamato a raccolta le parti per fare il punto e stabilire magari un cronoprogramma di intervento a 360 gradi, coinvolgendo probabilmente in questi giorni anche l’avvocatura comunale e facendo leva sul parere dello stimato prof e critico d’arte. La vicenda potrebbe avere scossoni politici e creare più di qualhe grana negli uffici del Comune. Per ora comunque cala il sipario sull’intervento di restyling e la porta del Verdi resta ancora chiusa.