di M. To.
Il segreto meno segreto del mondo. Per scrivere bene si deve scrivere di quello che si conosce. E scriverlo semplice. Perché a fare troppo i sofisticati si rischiano brutte figure e quello che conta, in fondo, sono le cose. Le parole sono solo strumenti.
Raccontare Márquez, sì quello, Gabriel García Márquez, ci ha addirittura scritto uno dei suoi – tanti e meravigliosi – libri: ‘Vivere per raccontarla’. Certo, lui intendeva la vita. Tutta, la vita. Mentre il giornalista Walter Patalocco – che già so quante me ne dirà per questo accostamento – ha scelto di raccontare un pezzetto molto piccolo, un mesetto appena, della sua.
Il libro Si intitola ‘Un vespone per amico – Cronache di una campagna elettorale’ (Morphema editrice, 95 pagine, 10 euro), che sarà presentato ufficialmente martedì sera alle 21 al Clt di via Muratori ed è un librino – cioè un libro piccolo, non un piccolo libro – che racconta cosa passi per la testa di uno che, ad un certo punto, decide di ‘farsi candidato’ alle elezioni amministrative. Ma, per la verità, racconta molto altro
I valori Intanto perché, ovviamente, Patalocco non ha ‘fatto il candidato’ – nella lista ‘Cittaperta-Terni dinamica’ – per scriverci poi il libro; ma perché, racconta, «essere candidati significa semmai condividere un’esperienza, un’idea, un dubbio, una proposta, una storia personale». Sì, per lui. Ma non per tutti gli altri. Alcuni dei quali, anche se i giudizi non sono mai tranchant, dalle pagine che ha vergato non escono benissimo e, quando li incontri per strada, ti strappano un sorriso in più.
Il mestiere E poi perché parla di noi, di chi fa questo mestiere – «chissà perché, poi, il giornalista per tanti non è nemmeno in grado di essere un figlio di buona donna di suo, ma solo un servo accondiscendente di altri», scrive Patalocco – e, tra le cose positive del ‘porta a porta’ preelettorale, indica il fatto che «c’è l’opportunità di venire a conoscenza di tanti problemi veri, delle difficoltà per certi di arrivare alla fine del mese con poco più di 600 euro; di quanta gente stringe i denti senza minacciare sfracelli». Quasi un invito a ‘cercare e raccontare storie’.
La città E a girare per la città, e non solo – ovviamente con il ‘vespone’, cioè lo scooter – con la testa alta e gli occhi aperti, perché «Terni va girata tutta; va vista, assaporata. Chissà se l’hanno mai percorse certe strade, fatte certe considerazioni quelli che considerano che siano le buche, gli autovelox, la zona a traffico limitato e l’erba i tratti che connotano Terni». ‘Giri turistici’, come li chiama Patalocco, ma «anche occasioni da non perdere».
Le fotografie Ma ‘Un vespone per amico – Cronache di una campagna elettorale’, alla fine, rappresenta – e molto probabilmente sarà utile anche per questo – una specie di raccolta fotografica raccontata dei temi e, soprattutto, di chi li ha cavalcati nella campagna elettorale per le amministrative del 2014. Una specie di ‘Bignamino’ che potremo consultare alla bisogna. Con tanto di appendice con risultati, numeri e nomi. Per ricordarci e ricordare.
Il risultato Alla fine, ma questo lo sapeva benissimo fin dall’inizio, il giornalista-candidato non è stato eletto: «Il totale definitivo è 58 (voti; ndr). Scarsino – scrive Patalocco – ma tra voti validi, ‘europei’ (dati per errore sulla scheda sbagliata; ndr) e annullati, sono quasi una settantina», che poi era l’obiettivo ‘di minima’ che si era prefissato. Meglio così: di eletti – utili ed inutili – ce ne sono già abbastanza. Mentre si sarebbe sentita la mancanza di uno di quelli che sanno raccontare