di Lucia Caruso
Era atteso a Perugia il 15 dicembre col suo nuovo spettacolo «Non ti pago», in programma al Teatro Morlacchi, Luca De Filippo, figlio del grande Eduardo. Una Perugia che gli era rimasta nel cuore perché come aveva detto «è una delle poche città in cui l’interesse della gente è rimasto uguale. Ancora c’è amore per il teatro». L’attore e regista napoletano è morto venerdì a Roma all’età di 67 anni. Era stato da poco ricoverato per una discopatia, ma gli avevano diagnosticato un male incurabile.
La commedia e la malattia Il 3 febbraio sarebbe dovuto tornare in Umbria per fare tappa al Teatro Nuovo Giancarlo Menotti di Spoleto. Nella commedia, scritta dal padre, di cui lui aveva curato la regia, indossava i panni del protagonista, don Ferdinando Quagliolo, un personaggio ambiguo e surreale sospeso tra sogno e realtà. Durante le ultime repliche a Napoli era stato visto stanco e affaticato. Dopo poco era stato ricoverato d’urgenza e aveva dovuto interrompere la tournèe. E così lo stava sostituendo in scena Gianfelice Imparato.
Il Tsu lo ricorda Luca De Filippo era stato più volte nel capoluogo umbro, come quando ha portato in scena Le bugie hanno le gambe lunghe, o come quando ha inaugurato la stagione teatrale del Morlacchi con La grande Magia. Il Teatro Stabile dell’Umbria, attraverso una nota stampa, «ricorda con grande affetto e stima Luca De Filippo», sottolineando che «la sua scomparsa priva il teatro italiano di uno dei suoi più grandi protagonisti. Luca amava molto venire in Umbria dove diceva di trovare un pubblico molto preparato e intelligente, nei teatri della nostra regione sono passati praticamente tutti i suoi spettacoli, riscuotendo sempre apprezzamenti entusiastici. Con lo Stabile dell’Umbria c’è stata anche una felice esperienza produttiva, uno spettacolo molto bello e di grande successo, ‘La grande magia’».
Gli spettacoli in Umbria non saranno cancellati «Le recite umbre – fanno sapere dal Tsu – non saranno cancellate e saranno l’occasione migliore per ricordare nella nostra regione questo generoso, intelligente e ironico uomo di teatro che era consapevole e fiero di essere l’erede di terza generazione di una famiglia che ha fatto la storia del teatro italiano e, nella figura di Eduardo, del teatro mondiale».
Luca De Filippo aveva sapientemente tenuto in vita l’eredità lasciata dal padre, dimostrando una intelligenza teatrale unica capace di garantirgli un’identità che andava al di là dell’essere figlio e discepolo del celebre attore e regista partenopeo. Nella gestualità, nella cadenza vocale, ma anche nei suoi silenzi, nelle sue pause, e soprattutto col passare degli anni ricordava molto Eduardo, ed è attorno al dramma della parola che, proprio come lui, riusciva ad organizzare l’azione, miscelando il dolce con l’amaro, senza contraccolpi, in quel gioco curioso che è la commedia. Ed è lutto quindi nel mondo del teatro, che piange oggi questo grande artista che lascia troppo presto questo piccolo grande palcoscenico chiamato vita.