Il pianista compositore argentino dirigerà I Solisti di Perugia

di M.Alessia Manti

Sarebbe il caso di partire dai numeri e da una statuetta, quella dorata, il premio cinematografico per antonomasia che viene dato dal 1935 anche ai compositori delle colonne sonore. Lui se l’è aggiudicato per aver musicato «Il Postino» di Massimo Troisi. Correva l’anno 1996. «Mi sono semplicemente trovato al posto giusto nel momento giusto». Vola basso il maestro Luis Bacalov, con quella modestia che contraddistingue i «grandi» ci tiene a precisare che la sua opera è messa a servizio di un’altra opera. Giovedì 2 agosto il compositore argentino inaugurerà con la «Notte da Oscar» l’estate perugina dirigendo l’orchestra de I Solisti di Perugia nella chiesa di San Francesco al Prato. Un concerto a ingresso gratuito in cui il maestro e l’orchestra proporranno musiche dello stesso Bacalov, Gardel e Piazzolla.

Maestro, il suo concerto insieme ai Solisti di Perugia inaugurerà l’estate perugina. Alla presentazione della programmazione culturale estiva si è detto che la crisi economica non può battere la cultura. Nonostante i tagli e la mannaia della spending review ci sono dei comuni che resistono e con sacrifici puntano ancora su un’offerta culturale di qualità. Lei cosa ne pensa?

E’ un momento difficile per la cultura purtroppo. Onore ai comuni che riescono a farlo, sono come degli eroi che navigano nel mare in tempesta. E proprio perchè ci sono realtà che resistono speriamo in tempi migliori. La disgrazia di questo Paese sono proprio i tagli feroci alla cultura in generale e in particolare alla musica. Negli Usa c’è il privato che si occupa di finanziare una parte della cultura. Qui la situazione comincia ad essere grave: chiudono le orchestre e ci sono sempre meno soldi per i concerti, i festival e le commissioni. Inoltre ci sono giovani molto bravi che escono dai conservatori e non sanno cosa faranno.

Ha un ricordo professionale o semplicemente un’immagine che lo lega a Perugia?

E’ la prima volta che vengo nel capoluogo umbro, professionalmente parlando. Come città la conosco e la amo, ricca di storia e bellezza artistica. Sono felice di dirigere l”Orchestra dei Solisti di Perugia e, a dirla tutta, sono anche un po’ emozionato.

La città è reduce da Umbria Jazz e Rockin’ Umbria. Che rapporto ha con questi generi musicali e il pop? Ascolta la radio?

Mi capita di farlo e ho naturalmente le mie preferenze. Il jazz è un genere che mi affascina molto ad esempio e lo ascolto con piacere. Tra l’altro qualche anno fa ho avuto l’onore di partecipare a Umbria Jazz Winter ad Orvieto. Che atmosfera fantastica! Per quanto riguarda il pop inteso come musica leggera noto una differenza tra gli anni ’60-’70 e quella di oggi. Percepisco in linea generale una mancanza di idee e una certa nostalgia per grandi cantautori come, ad esempio, De Andrè. Ci sono cantanti che considero interessanti e creativi, Paolo Conte, Sergio Endrigo, Fabrizio De Andrè per l’appunto. Persone che hanno creato qualcosa che ha diritto di cittadinanza nella musica. Fare un paragone con Bach è una pura idiozia naturalmente.

Cosa le piace suonare?

Sembrerà banale ma mi diverte suonare le colonne sonore e… il tango!

Ecco, se le dico tango?

Penso all’Argentina, il mio paese d’origine. Il tango è diventato universale, quasi come il jazz ultimamente e in un certo senso come la musica classica. Un genere di tutti e per tutti. Questo grazie anche al successo di Astor Piazzolla, uno che ha rivoluzionato il tango. Anche se il tango non è solo Piazzolla, attenzione. C’è un’altra storia del tango, più antica e che merita allo stesso modo di essere conosciuta.

Il suo nome è legato a quello di molti film, più di 150, di cui ha composto la colonna sonora. Ce n’è una che invece invidia a qualche collega?

Come le dicevo lavorare per il cinema è stata una pura casualità. Mi hanno chiamato, è andata bene e ho lavorato tanto. Le confesso che non sono nemmeno essere un patito di cinema. Invidia non è una parola che amo. Ho molta stima di tanti miei colleghi e ammirazione sincera, uno tra tutti Ennio Morricone: ha composto delle cose meravigliose, imprescindibili.

Quello del 2 agosto sarà uno spettacolo gratuito con offerta libera il cui ricavato verrà devoluto al restauro dei beni artistici di Mirandola, uno dei paesi dell’Emilia colpiti dal terremoto dello scorso maggio. Lei vive in Italia da molti anni, conosce quei posti?

Nonostante sia argentino mi sento cittadino del mondo e l’Italia occupa un posto importante nella mia vita. L’ho girata per lavoro in questi anni, purtroppo non sono stato a Mirandola ma mi sento vicino alla gente che ha perso tutto in seguito a questa catastrofe naturale. Ben vengano iniziative del genere.