Giovanni Dozzini (foto F.Troccoli)

di Daniele Bovi

Sarà una presentazione speciale quella di sabato alle 17, a Tuoro, dove Giovanni Dozzini, classe 1978, giornalista, traduttore, scrittore e una delle ‘anime’ del festival Encuentro, presenterà il suo nuovo romanzo, «La scelta», edito da Nutrimenti (256 pagine, 17 euro). Sì, perché la biblioteca comunale di Tuoro dove si parlerà del romanzo rappresenta un punto ideale per osservare il luogo dove il libro è nato e dal quale ha tratto la sua ispirazione Dozzini, ovvero l’isola Maggiore. Lì, nel castello, nei primi mesi del 1944, mentre il fronte si avvicina e la lotta partigiana infuria, vengono portati alcuni ebrei, una trentina, trasferiti da Perugia. «Persone che andavano salvate – racconta Dozzini a Umbria24 – ma che al contempo rappresentavano un problema per quella comunità, preoccupata al pensiero che i tedeschi li potessero trovare e per le conseguenze che ciò avrebbe potuto portare». Quel pezzo di terra circondato dalle acque del Trasimeno era stato risparmiato dalla guerra; gli unici tedeschi avvistati erano quelli che andavano a prendere del pesce dai pescatori.

La scelta Tutto cambia però una mattina, quando un drappello di soldati, partendo da un pretesto, si mette a perquisire le case. Il sangue bagna in breve l’isola: due civili vengono assassinati e per reazione cade a terra anche un tedesco. Gli altri soldati se ne vanno, ma torneranno e allora la storia, che coinvolge il mondo intero, arriva a imporre uno dei suoi bivi anche in quell’angolo d’Umbria: gli isolani possono consegnare ai tedeschi gli ebrei, provando così a salvarsi sacrificando altre vite, oppure tentare di mettere in salvo gli ospiti del castello. Il romanzo nasce dunque «ispirandosi a una storia – dice ancora lo scrittore – che negli ultimi anni in molti hanno imparato a conoscere. Ho deciso di scriverlo dopo una lunga riflessione, mi sono documentato, ho studiato e in un primo momento ho pensato al reportage narrativo, ma poi ho capito che le versioni erano così tante e diverse che sarei finito in un ginepraio, toccando inevitabilmente alcuni nervi scoperti. Senza avere il “sostegno” della storiografia ufficiale, che fino a ora non se n’è occupata, avrei dovuto chiedere al lettore uno sforzo eccessivo».

Operazione letteraria Dunque l’operazione messa in piedi da Dozzini è «letteraria, non solo e non tanto di recupero della memoria storica: mi sono preso tutte le libertà del romanziere e la mia non vuole essere una nuova versione dei fatti. Credo sia importante l’aver raccontato storie di uomini e di donne». I protagonisti di questa storia che è «romanzesca – spiega lo scrittore – a partire dal borgo di un’isola dove il tempo sembra essersi fermato», sono molti. Tra questi c’è quello che Dozzini chiama semplicemente «don», che si ispira a don Ottavio Posta, che quegli ebrei salvò venendo così riconosciuto, tanti anni dopo, Giusto tra le nazioni. Poi ci sono altri due personaggi di finzione, «un 18enne – racconta Dozzini – che vive un processo di maturazione e che sarà tra coloro che porterà in salvo gli ebrei e un bambino di 10 anni, il quale racconterà agli altri quanto successo col suo approccio da bambino». Fatti enormi per un posto così piccolo e, letteralmente, isolato. «A me – conclude lo scrittore – è subito sembrata una storia clamorosa». E Tuoro sarà davvero il posto adatto per a ascoltarla e per parlarne.

Twitter @DanieleBovi

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