di F.M.

La scarcerazione immediata di Federico Bigotti è stata disposta dal collegio del Riesame del tribunale di Perugia per un vizio procedurale ma il 21enne resta a Capanne. La decisione del tribunale delle Libertà è arrivata a meno di 24 ore dall’udienza in cui i difensori Vincenzo Bochicchio e Francesco Areni avevano inoktrato la richiesta sollevando l’eccezione procedurale. Ma la procura fa scattare subito la contromossa con una nuova ordinanza notificata in mattinata.

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Il provvedimento: «Subito libero» L’eccezione presentata dagli avvocati di Federico che ha indotto il tribunale a ordinare la scarcerazione stava nella mancata trasmissione al Tribunale del Riesame dei verbali di «sommarie informazioni» rese il 28 dicembre scorso rispettivamente alle 20, alle 15.20 e alle 18.30 da Antonio Bigotti, Cristian Bigotti e Jessica Pazzagli. Secondo il collegio di giudici «l’eccezione della difesa è fondata». Infatti, l’articolo 309 comma 5 del codice di procedura penale dispone che tutti gli elementi di indagine debbano essere trasmessi al Tribunale del Riesame entro cinque giorni dall’avviso ricevuto. Ebbene, presentato il ricorso al Riesame dalla difesa, il 5 gennaio la cancelleria ha chiesto gli atti di indagine al pm, che li ha trasmessi l’8. Tre soli giorni, dunque. Ma tra questi atti mancavano i tre verbali. Una norma a garanzia del diritto di difesa, su cui i legali hanno deciso di fare leva e il Riesame ha dato loro ragione disponendo «l’inefficacia dell’ordinanza applicativa della misura della custodia in carcere» e quindi «l’immediata liberazione» di Federico Bigotti.

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Potrebbe restare in carcere Nonostante il provvedimento di scarcerazione immediata, però, Federico resta nel carcere di Capanne. La procura ha, infatti, inoltrato una nuova richiesta di misura cautelare al gip prima che siano state adempiute le procedure tecniche di remissione in libertà. Federico resta così in carcere con una nuova ordinanza firmata dal gip. Poco dopo le 11 il padre del ragazzo è uscito dal penitenziario perugino da solo per poi allontanarsi in auto senza rilasciare dichiarazioni.

 

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