I genitori di Cheng Shang

di Francesca Marruco

Ad uccidere Cheng Shang, la ragazza cinese di 19 anni morta nell’agosto dello scorso anno a Monte del Lago, è stata una dose letale di Mdma liquida. La cosiddetta droga dello stupro. Il dato emerge a quasi cinque mesi di distanza in concomitanza con il deposito della relazione autoptica eseguita dai medici legali Mauro Bacci e Gualtiero Gualtieri. Intanto i  genitori della giovane, accompagnati dal console generale cinese, sono arrivati nuovamente a Perugia per incontrare il pubblico ministero titolare delle indagini Massimo Casucci.

La droga Che la ragazza fosse morta per l’uso di droga era stato chiaro fin dalla prima ispezione cadaverica fatta poco dopo il ritrovamento da parte di un gruppo di campeggiatori. Andava però stabilito quale droga avesse assunto e soprattutto in quale modo. Per la morte di quella giovane, che era arrivata in Italia a studiare storia dell’arte, il pubblico ministero titolare dell’indagine Massimo Casucci aveva iscritto nel registro degli indagati un 38enne fiorentino con le accuse di omissione di soccorso, occultamento di cadavere e morte come conseguenza di altro delitto.

L’indagato Era stato lui infatti a trascorrere con lei gli ultimi momenti in cui era viva quella tragica sera del 13 luglio. Era stato lui ad averla conosciuta in chat e ad averla portata al lago. Sempre lui quello che aveva fornito la droga alla ragazza. Lorenzo P., trovato dagli uomini del reparto operativo del comando dei carabinieri di Perugia diretti dal tenente colonnello Pierugo Todini dopo che le amiche della giovanissima vittima avevano fornito elementi per rintracciarlo, ha sempre sostenuto che la ragazza ha assunto coscientemente la droga. Perché voleva provarla. E che poi si sarebbe sentita male subito dopo.

LA COMMEMORAZIONE A PERUGIA DELLE AMICHE

Le bottigliette Per avvalorare la buona fede della sua versione indicò anche ai carabinieri dove aveva buttato tre bottigliette di plastica in cui era stata sciolta la droga, che era stata assunta insieme all’alcol. Ma a rendere anche minimamente credibile il racconto di un uomo che ha lasciato morire una 19enne stordita dall’ecstasy e che poi ha nascosto il suo cadavere tra i cespugli, invece di soccorrerla e tentare di salvarle la vita, non possono bastare delle bottigliette.

L’ha drogata e violentata Per i familiari della ragazza, assistiti dall’avvocato Luca Maori, quell’uomo ha drogato la loro figlia e poi ha approfittato di lei, anche sessualmente. Dall’autopsia non sarebbero emersi segni evidenti di una violenza sessuale, ma alcuni risultati potrebbero portare alla luce condotte che l’indagato ha adottato dopo il malore causato dalla droga. Le indagini su di lui stanno correndo velocemente verso la chiusura e a breve potrebbe arrivare qualche novità.

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