L'altare maggiore di San Filippo (foto Fabrizi)

di C.F.
Twitter @chilodice

Dopo diciassette anni di chiusura e dodici di complessi interventi strutturali e restaurativi, costati circa 3.2 milioni di finanziamenti pubblici, la città di Spoleto ritrova la maestosa chiesa di San Filippo Neri nel cuore del centro storico. Gli interventi compiuti sono stati presentati mercoledì pomeriggio dall’arcivescovo, monsignor Renato Boccardo, e dai tecnici che in equipe hanno lavorato, tra rifinanziamenti e criticità emerse in corso d’opera, in quella che è stata definita la «Fabbrica di San Pietro dell’Umbria». Lunedì 26 maggio, la chiesa edificata tra la seconda metà del XVII secolo e la prima metà del XVIII, accoglierà i fedeli per una solenne concelebrazione eucaristica. 

Monsigno Boccardo «Da quando sono arrivato a Spoleto – ha spiegato l’arcivescovo – ho sempre sentito parlare con molta nostalgia di San Filippo che ora, grazie a un lavoro segnato dal forte coinvolgimento e spirito collaborativo di tutti quelli che hanno operato per il recupero, possiamo tornare ad abitare, perché – ha affermato – non basta riaprire le chiese, ma ci vogliono anche i cristiani». Mosignor Boccardo è poi tornato ad appellarsi alla città a cui si chiede un contributo economico per il restauro delle tele sistemate negli otto altari laterali, anche questi recuperati grazie al sostegno dei privati, in particolare della Fondazione Carispo.

Dopo il sisma cupola a rischio crollo Che si sia trattato di un cantiere complesso lo ha confermato senza giri di parole l’architetto Roberto Santarelli, direttore dei lavori, che ha riferito di un «quadro fessurativo che faceva temere il crollo della cupola (più alta di quella del Duomo, ndr), mentre la struttura della chiesa continuava a muoversi oltre l’evento sismico». Santarelli al pari di Margherita Romano, della Soprintendenza per i beni storici e artistici, hanno voluto evidenziare «la grande competenza del personale della Coobec (che ha curato il restauro, ndr), per conoscenza e capacità tecnica un’eccellenza che tutto il mondo ci invidia ma che in questa fase incredibilmente fatica ad andare avanti, al pari di realtà analoghe».

468 chiese danneggiate, 208 recuperate E proprio Rolando Ramaccini della Coobec ha parlato di «chirurgia ortopedica per gli stucchi figurati, dove con interventi estremamente interessanti abbiamo ricostruito tante parti mancanti». A fornire alcuni dati sugli interventi post sisma compiuti nell’archidiocesi di Spoleto-Norcia, che di chiese ne conta un migliaio, l’architetto della Regione Filippo Battoni: «Dei 468 edifici di culto danneggiati dal terremoto del 1997 – ha affermato – ad oggi ne abbiamo recuperate 208 per un investimento complessivo di 50 milioni di euro».

Bracco: «Sforzi ben ripagati» Tra i banchi della chiesa anche l’assessore regionale Fabrizio Bracco che ha parlato di un «enormi sforzi finanziari e operativi» compiuti dal 2002 in avanti per riaprire San Filippo: «Quando sono entrato qui oggi – ha scandito – sono stato travolto dalla bellezza degli stucchi, dalla maestosità dell’impianto architettonico, i risultati di questo lungo lavoro non possono che confortarmi, perché Spoleto e l’Umbria si sono ricongiunti con un luogo stupendo che rappresenta un pezzo importante della propria storia».

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