di C.F.
Twitter @chilodice
Tutti rinviati a giudizio, prosciolto solo il collaudatore. Inizierà tra un anno circa il processo a carico dei sei tecnici accusati di aver cagionato, il 23 novembre 2010, il crollo della navata centrale e destra della chiesa di San Giacomo, interessata da un intervento di ristrutturazione. Al momento del cedimento erano al lavoro quattro operai e solo l’esperienza del caposquadra, che fece uscire rapidamente tutti, scongiurò il peggio.
In sei a processo È arrivata intorno alle 16, dopo le arringhe delle difese, la pronuncia del gup Augusto Fornaci che ha rinviato a giudizio Daniele Felici e Manuel Peretti, direttori e responsabili dei lavori in fase di progettazione, Fabrizio Menghini e Andrea Giannantoni, progettisti strutturali, Nicola Falcini, legale rappresentante della ditta Cesa, incaricata dei lavori e Paolo Castellana, coordinatore per la sicurezza, a cui però è stato stralciato il capo d’imputazione relativo alla mancata presentazione del piano di sicurezza che, in realtà, era stato regolarmente consegnato a Regione e Comune. Per tutti l’accusa è quella di disastro colposo, oltre a una serie di violazioni e inadempimenti delle norme edilizie e sicurezza sul lavoro Prosciolto soltanto il collaudatore Marino Ercoli che avrebbe dovuto espletare le proprie funzioni solo al termine dei lavori.
Soddisfatti i legali della Curia A rappresentare in aula la pubblica accusa il sostituto procuratore Gennaro Iannarone. Soddisfatti i legali della Curia, costituitasi parte civile, gli avvocati Roberto Borgogno e Francesco Nardocci che all’uscita del tribunale spiegano: «Il provvedimento conferma completamente l’impianto accusatorio, individuando alcune responsabilità tra tecnici e progettisti, c’è solo un po’ di preoccupazione intorno ai tempi, ma siamo fiduciosi».