di Francesca Marruco

Hanno fatto al contrario. Prima hanno approvato il provvedimento definitivo, in bianco, e poi hanno fatto l’istruttoria. In altre parole, avrebbero piegato la macchina amministrativa regionale ai loro bisogni. «Di fatto hanno deliberato sul nulla», hanno sostenuto i pubblici ministeri Mario Formisano e Massimo Casucci nel chiedere il rinvio a giudizio dell’ex presidente della giunta regionale dell’Umbria Maria Rita Lorenzetti e altre dieci persone, per i fatti inerenti alcune delibere della Regione Umbria con cui vennero stanziati alcuni posti di lavoro nella Asl di Foligno.

Le intercettazioni Venerdì mattina davanti al gup Carla Maria Giangamboni, i pubblici ministeri hanno anche chiesto il proscioglimento dell’ex vice presidente della giunta regionale Carlo Liviantoni e, limitatamente ad una sola contestazione, anche per l’imputata Ranocchia. In aula i pubblici ministeri Casucci e Formisano, che avevano ereditato l’indagine da Sergio Sottani, attuale procuratore di Forlì, hanno anche fatto ascoltare alcune intercettazioni fatte i carabinieri del nucleo investigativo di Perugia.

L’indagine Erano stati loro ad intercettare moltissimi telefonini, e sfornare un’informativa di oltre mille pagine in cui il malcostume politico di raccomandazioni e favori sfumava in illeciti penali. Era stata un’indagine che, a suo tempo,  aveva alzato un polverone enorme. Adesso, se non fosse per l’aggravante che i pubblici ministeri hanno contestato ad alcuni degli indagati e che di fatto allunga i tempi per la prescrizione, finirebbe tutto in una bolla di sapone visto che i reati risalgono al 2009.

Innocenti Gli indagati, sin dall’inizio della questione, hanno sempre rivendicato la bontà del loro operato: nessun illecito penale. Nessuna amministrazione piegata ai voleri e ai bisogni di alcuni. E alcuni di loro sono andati di persona a dirlo ai magistrati dopo la chiusura delle indagini. Ma i pubblici ministeri continuano a sostenere che quelle delibere della giunta Regionale erano illecite e lo erano per soddisfare dei bisogni molto personali.

La delibera Santoni Tra cui quello di Sandra Santoni, l’ex capo di gabinetto della Lorenzetti, per cui la stessa Lorenzetti, Rosignoli, Rosi, Santoni e Rellini avrebbero manomesso una delibera per  crearglielo.  Per l’accusa, avrebbero preso accordi per «alterare l’atto di richiesta di autorizzazione all’assunzione portando gli stessi da 3 a 4 mediante una correzione a penna operata da Rellini».

Chi sono I magistrati hanno dunque chiesto il processo per Maria Rita Lorenzetti, Sandra Santoni, l’ex assessore Maurizio Rosi, l’ex direttore generale della sanità Paolo Di Loreto, e l’ex direttore dell’Asl 3 di Foligno Maria Gigliola Rosignoli. Oltre ai nomi eccellenti anche dirigenti e segretari regionali: Franco Biti, Francesco Ciurnella, Giuliano Comparozzi, Luca Conti, Ivana Ranocchia e Giancarlo Rellini. Si torna in aula il 13 giugno con le difese che annunciano battaglia. A rappresentarli ci sono gli avvocati Luciano Ghirga, Giovanni Dean,  Valeriano Tascini, David Brunelli, Nicola Di Mario e Rita Urbani.

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