di Francesca Marruco
«La ricezione degli assegni da parte degli indagati non appare conseguire ad una dimostrata consapevolezza circa la provenienza illecita, non si ravvisano infatti in atti elementi idonei a dimostrare la conoscenza da parte di ciascuno degli indagati della menzionata origine». Ed è per questo che il sostituto procuratore di Perugia Giuseppe Petrazzini ha chiesto l’archiviazione per Leonardo Covarelli e Dino De Megni, implicati in un’indagine napoletana, trasferita per competenza alla procura di Perugia per le posizioni dei due indagati nostrani.
Le accuse Secondo i magistrati napoletani, l’ex patron del Perugia calcio Leonardo Covarelli e l’imprenditore perugino Dino De Megni, parte dei soldi sporchi fatti rientrare dall’Austria per la scalata Ruesch a Napoli, «sono stati trasferiti nella disponibilità di Covarelli Leonardo e Pomponi Luca e della New Glen srl». Nello specifico, scrivevano i magistrati napoletani, «si è appurato che Lo Sole ha finanziato personalmente la società New Glen attraverso l’emissione di assegni circolari per un importo di 690.000 euro». Per il giudice di Napoli, «ulteriore elemento di anomalia» si riscontrava nel «finanziamento personale del Lo Sole Lucio al Covarelli Leonardo, emerge dalla documentazione bancaria giunta nel maggio del 2012 dall’autorità giudiziaria Austriaca. Dai dati è infatti emerso come il bonifico emesso da un conto austriaco e del valore di 1.000.413,00 euro in favore del conto che aveva come beneficiario Leonardo Covarelli e altre 690,000 a favore della New Glen. Soldi per cui, «allo stato delle indagini non emergono atti che possano giustificarne il trasferimento». «In particolare – scriveva il giudice – risulta possibile affermare che le somme in argomento trovano la loro genesi nei depositi di denaro contante effettuato da Lucio Lo Sole in Austria, dal giugno 2007 a settembre 2008, generate dalla illecita distrazione di fondi dalla società San Pio Sas».
La causale Per il bonifico di un milione di euro, era stata indicata come causale «compromesso vendite azioni Pisa squadra calcio», ma per i giudici, «risulta inverosimile, considerato l’elevato importo finanziato, che non risulti documentazione alcuna afferente tale transazione, circostanza che induce ad affermare che la causale riportata sia solo una dicitura di comodo utilizzata al fine di dare una giustificazione meramente formale al bonifico in argomento».
Covarelli Leonardo è indagato per riciclaggio, perché «senza aver partecipato ai reati fallimentari e senza alcuna apparente ragione economica- finanziaria e con la finalità di ostacolarne l’identificazione della provenienza delittuosa, riceveva, accreditandone sul proprio conto corrente acceso a San Marino, somme denaro per un importo , con l’aggravante di avere commesso il fatto in più di uno stato, ovvero, aver commesso il fatto in uno Stato con la manifestazione degli effetti in un altro». De Megni è invece era accusato di impiego di denaro di provenienza illecita perché, «utilizzava somme di denaro rimpatriate dall’Austria, provenienti da fraudolente distrazioni della fallita società San Pio.
Soddisfazione e risarcimento Adesso però, finite le indagini la procura, quella di Perugia e non quella di Napoli, fa segnare un punto alla difesa. L’avvocato Gianni Spina, esprimendo «viva soddisfazione per l’esito dell’indagine che recepisce la tesi difensiva iniziale propugnata dagli indagati già all’atto del loro interrogatorio di garanzia», annuncia che«non appena conseguiremo la sperata archiviazione chiederemo risarcimento per ingiusta detenzione», e, non senza rammarico evidenzia che «con un po’ più di accuratezza nell’indagine napoletana poteva tutto essere evitato».