Covarelli e De Megni

di Francesca Marruco

Quel milione e 690 mila euro che finrono nel conto corrente personale a San Marino di Leonardo Covarelli e in quello della società New Glen – di cui Dino De Megni era amministratore unico e Covarelli proprietario – arrivavano, secondo la ricostruzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli – dalle tasche di quel Lucio Lo Sole, poi deceduto, che nel 2010 innescò il fallimento del Perugia Calcio con un’istanza presentata all’inizio dell’estate di quell’anno al tribunale. Lo Sole a quei tempi disse di aver prestato 16 milioni di euro a Covarelli, ma intanto, in quegli stessi anni, gli aveva versato quasi un milione e settecentomila euro.

Chi sono I nomi che si leggono nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli Amelia Primavera, per cui l’ex patron del Grifo Leonardo Covarelli e il padre del bambino rapito dall’anonima sarda, Dino De Megni, sono tutti già sentiti. I perugini più attenti, e tifosi del Grifo, sanno bene che Lo Sole era colui che aveva presentato istanza di fallimento, e Luca Pomponi è quello che comprò il Pisa da Covarelli, prima che lui tornasse in Umbria e comprasse il Perugia dai fratelli Silvestrini nel 2008, per riconsegnarlo fallito alla fine del 2010. Oltre a loro, per la tentata scalata alla clinica Ruesch di Napoli con soldi sporchi, ai domiciliari sono finiti Cristina Lo Sole, figlia di Lucio, Umberto Previti Flesca, nipote dell’ex ministro Cesare Previti, e Antonio Aceti, professore alla Sapienza di Roma.

I soldi sporchi E per il procuratore aggiunto di Napoli Giuseppe Borrelli e il sostituto procuratore Giovanni Conzo, parte dei soldi che secondo l’accusa sarebbero rientrati dall’Austria e non vennero utilizzati per la Ruesch, «sono stati trasferiti nella disponibilità di Covarelli Leonardo e Pomponi Luca e della New Glen srl». Nello specifico, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare con cui venerdì mattina gli uomini del nucleo speciale polizia valutaria della Guardia di finanza di Roma, hanno arrestato ( ai domiciliari) l’ex patron del Grifo calcio Leonardo Covarelli e il padre dell’ex vincitore del Grande Fratello Augusto De Megni, Dino De Megni, «si è appurato che Lo Sole ha finanziato personalmente la società New Glen attraverso l’emissione di assegni circolari per un importo di 690.000 euro».

Quasi due milioni di euro La New Glen, viene spiegato nell’ordinanza, venne posta in liquidazione nel marzo del 2011, quando era stata costituita con un capitale sociale pari a 10 mila euro, che risulta detenuto dalla Mas per 4.900 euro e per 5.100 da un altro socio. «Dalle indagini condotte dalla guardia di finanza – si legge ancora nell’ordinanza – atti di registro nel corso dell’annualità 2008, né tantomeno in annualità successive e/o pregresse che vedono come parti contraenti Lo Sole Lucio e la società New Glen Srl: allo stato delle indagini quindi non è emersa nessuna documentazione, né quindi alcuna ragione economica finanziaria plausibile che inerisca e giustifichi l’emissione dei titoli di credito».

Soldi a Covarelli Per il giudice di Napoli, «ulteriore elemento di anomalia» si riscontra nel «finanziamento personale del Lo Sole Lucio al Covarelli Leonardo, emerge dalla documentazione bancaria giunta nel maggio del 2012 dall’autorità giudiziaria Austriaca. Dai dati è infatti emerso come il bonifico emesso da un conto austriaco e del valore di 1.000.413,00 euro in favore del conto che aveva come beneficiario Leonardo Covarelli e altre 690,000 a favore della New Glen. Soldi per cui, «allo stato delle indagini non emergono atti che possano giustificarne il trasferimento». «In particolare – scrive il giudice – risulta possibile affermare che le somme in argomento trovano la loro genesi nei depositi di denaro contante effettuato da Lucio Lo Sole in Austria, dal giugno 2007 a settembre 2008, generate dalla illecita distrazione di fondi dalla società San Pio Sas».

La causale Per il bonifico di un milione di euro, era stata indicata come causale «compromesso vendite azioni Pisa squadra calcio», ma per i giudici, «risulta inverosimile, considerato l’elevato importo finanziato, che non risulti documentazione alcuna afferente tale transazione, circostanza che induce ad affermare che la causale riportata sia solo una dicitura di comodo utilizzata al fine di dare una giustificazione meramente formale al bonifico in argomento».

Le accuse Covarelli Leonardo è indagato per riciclaggio, perché «senza aver partecipato ai reati fallimentari e senza alcuna apparente ragione economica- finanziaria e con la finalità di ostacolarne l’identificazione della provenienza delittuosa, riceveva, accreditandone sul proprio conto corrente acceso a San Marino, somme denaro per un importo , con l’aggravante di avere commesso il fatto in più di uno stato, ovvero, aver commesso il fatto in uno Stato con la manifestazione degli effetti in un altro». De Megni è invece accusato di impiego di denaro di provenienza illecita perché, «utilizzava somme di denaro rimpatriate dall’Austria, provenienti da fraudolente distrazioni della fallita società San Pio.

La difesa Entrambi gli indagati, tramite il loro avvocato Gianni Spina, si dicono innocenti. In particolare, per quanto riguarda Covarelli, l’avvocato spiega che l’ex patron del Grifo rivendica la legittimità del suo comportamento parlando di operazioni di compravendita immobiliare, senza sapere della provenienza illecita delle somme. De Megni invece, che per l’avvocato risulta indagato solo perché aveva una carica nella New Glen, secondo la tesi difensiva non avrebbe avuto contezza neanche delle operazioni immobiliari. Intanto per gl inseparabili De Megni e Covarelli ( nella foto insieme al Curi come accadeva spessissimo) ci sono gli arresti domiciliari.